Nell’Atelier des Métiers due incontri dedicati al pittore Francesco Nex
«Da giovane la Foire mi aveva avvicinato alle emozioni dell’Arte. O dell’artigianato, che, poi, per me è la stessa cosa». Così il pittore Francesco Nex ricordava l’imprinting per il Bello che la Fiera di Sant’Orso gli aveva dato. Un rapporto che domani, domenica 28 gennaio, sarà ricostruito con 2 incontri, condotti dal giornalista Gaetano Lo Presti, che si terranno nel box dedicato al pittore all’interno dell’Atelier des Métiers, in piazza Chanoux. Tra gli eventi collaterali della 1024esima Foire c’è, infatti, l’esposizione nell’Atelier - da oggi, sabato 27 gennaio, a giovedì prossimo, 1° febbraio - di un Sant’Orso da lui dipinto alla fine degli anni Sessanta di proprietà della famiglia Nex. Domani, domenica 28 gennaio, alle 16, interverranno il clarinettista Mirco Rizzotto ed il vescovo emerito di Aosta Giuseppe Anfossi. Il primo parlerà del dipinto che Francesco Nex realizzò per la copertina del cd “Les Souvenirs Oublies” che il Melos Art Ensemble (di cui Mirco Rizzotto faceva parte) pubblicò nel 1994 per la Emi Classics, con la partecipazione di Nando Gazzolo e Cecilia Gasdia. Monsignor Giuseppe Anfossi è stato, invece, uno dei 2 religiosi - l’altro era il canonico Jean Domaine -, che riuscirono a stabilire un rapporto d’amicizia con un pittore che, per come metteva alla berlina il clero nei suoi quadri, si era conquistato la fama di “mangiapreti”. Galeotta fu l’ultima grande mostra che Francesco Nex fece nel museo di piazza Roncas ad Aosta nel 2004. Il pittore gli dedicò, infatti, il catalogo con la frase «All’amico Giuseppe Anfossi il suo dubbioso Francesco Nex». Alle 18 protagoniste saranno, invece, le foto, realizzate da René Monjoie, degli artigiani della Foire degli anni Settanta ammirati da Francesco Nex, che della giuria aveva fatto parte per un ventennio. Da Gino Thomasset a Domenico Brunodet, da Maurice Vagneur a Vittorio Brunier, da Jules Vuillermoz ai fratelli Armando ed Ivano Laurent. E, soprattutto, François Cerise, precursore di tanto modellato dell’artigianato valdostano, di cui parlerà la figlia Alessandra. Francesco Nex aveva scoperto la Foire negli anni Trenta, quando, bambino, abitava al numero 14 di via Umberto I°, l’attuale via Porta Pretoria. Dal balcone di casa poteva, quindi, abbracciare con lo sguardo tutta la Fiera, che dalla Porta Pretoria si estendeva fino alla strada che porta alla Chiesa di Sant’Orso. Nella sua casa, tra gli oggetti più cari, conservava una cornaille di bosso risalente proprio al 1930.