Nel processo alla deputata Sara Cunial i testimoni rischiano di finire sotto accusa
Rischiano l’imputazione per falsa testimonianza, i 4 testimoni chiamati dalla difesa della deputata del Gruppo Misto Sara Cunial - ex parlamentare del Movimento 5 Stelle da cui è stata espulsa - imputata nel processo in cui è accusata di rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale, oltraggio e minaccia a pubblico ufficiale per fatti avvenuti un anno fa ad Aosta in occasione di una manifestazione contro la Dad. «Nessuna minaccia da Sara Cunial, era stata cortese con il finanziere. Gli aveva mostrato il suo tesserino e poi i 2 si erano salutati con una stretta di mano» è stata la versione dei testimoni, tra cui un avvocato e il promotore di un Comitato contro il 5G.
Il pm Francesco Pizzato, perciò, ha chiesto che per i 4 il Tribunale proceda alla trasmissione degli atti in Procura. Per uno di loro il pm ipotizza anche il reato di rifiuto di indicazioni della propria identità personale, dopo che lo stesso teste ha mostrato in aula un video in cui - per l'accusa - nega i propri documenti durante il controllo. Quel sabato 24 aprile del 2021, prima di salire sul palco della manifestazione, Sara Cunial avrebbe inveito contro un finanziere. All’epoca la Valle d’Aosta era in zona rossa e la deputata - nella ricostruzione degli inquirenti - era stata sorpresa a bere birra con altre 8 persone, senza distanziamento, fuori da un locale (poi chiuso 5 giorni per violazione norme anti-Covid). «Sono una parlamentare e godo dell'immunità» avrebbe detto ai 2 militari delle Fiamme Gialle che le avevano chiesto un documento. Sotto il palco, poi, avrebbe fornito il suo tesserino da parlamentare, ma poco dopo lo avrebbe strappato di mano al finanziere dicendogli «Ti dovresti vergognare» e ancora «Se torni dal ragazzo per fargli chiudere il bar ti rovino». La sentenza è attesa per mercoledì 27 aprile.