Nel Partito democratico ormai è «tutti contro tutti»
Il Partito democratico della Valle d'Aosta è in stallo. Da mesi, la segretaria regionale Sara Timpano sta completando la conta interna per verificare i numeri di maggioranza e minoranza e convocare l'assemblea regionale. Sara Timpano è in bilico dopo la fuoriuscita di un buon numero di iscritti dalla maggioranza verso Italia Viva e dalla minoranza per la nascita di Area Democratica-Gauche Autonomiste. Ora ha perso anche la tesoriera, Eloïse Della Schiava.
Dimissionaria dal 2019, nei giorni scorsi Eloïse Della Schiava ha chiesto un passaggio di consegne dall'incarico. Lascerà la responsabilità sul bilancio e l'accesso ai conti correnti, ad interim, alla segretaria regionale Sara Timpano. Che spiega: «Eloïse, due anni fa, non si è dimessa contro di me, ma contro una classe dirigente che pensa di più alle beghe interne che a governare. Ha sempre continuato a svolgere il suo ruolo con grandissima responsabilità e precisione». La sua sostituzione era programmata.
Il Covid ha costretto a rinviare la convocazione dell'assemblea regionale, dove Sara Timpano ha numeri in bilico per un Pd sempre più spaccato dopo la scissione di Italia Viva e la nascita dell'associazione Area Democratica-Gauche Autonomiste. «Le dimissioni vanno accolte dall'assemblea regionale, che nomina un nuovo tesoriere. Però nel frattempo c'è stata la fuoriuscita di Italia Viva. All'ultima assemblea regionale, a gennaio 2020, la componente di Area Democratica si è presentata e poi ha fatto mancare il numero legale. Poi c'è stato il Covid». Sara Timpano aggiunge: «In questi giorni stiamo valutando, con il tesoriere nazionale, se nominare un nuovo tesoriere o attendere il congresso regionale, previsto entro fine anno».
«Non mi fanno lavorare»
«Serve un gesto di responsabilità degli iscritti al Pd, per convocare un'assemblea regionale e discutere di temi concreti e della grave crisi economica del post-Covid» dichiara Sara Timpano. Invece «Qualcuno ha sempre fatto di tutto per non farmi lavorare. Da quando sono segretaria, nel 2017, subisco una guerra di logoramento interno. Sono stanca e sono stufa. Non si può fare politica in modo costruttivo perché c'è chi cerca solo potere e consenso personale».
Il Pd governa in Regione e al Comune di Aosta con gli autonomisti, avendo inserito suoi candidati nel Progetto Civico Progressista. La lista civica, nata dall'accordo tra Pd, Rete Civica e la stessa Area Democratica, oggi affronta la crisi della giunta regionale dopo le dimissioni di Chiara Minelli (Pcp componente Rete Civica) da assessora all'Ambiente e Trasporti e di Erika Guichardaz (Pcp componente Area Democratica) da presidente della quinta commissione in Consiglio Valle. E si va verso l'espulsione di chi, nel Pd, ha aderito ad Area Democratica. «Se una persona fa parte di Area Democratica, non può far parte del Pd e dei suoi organismi dirigenti. Area Democratica si pone come terza forza, paritaria, nelle trattative interne al Pcp. Per questo è un partito, non più un'associazione» sostiene Sara Timpano.
La segretaria si oppone anche a un altro disegno: «Qualcuno vorrebbe fare del Ppc un nuovo partito, ma il Pd non ha bisogno di creare un nuovo partito, c'è ed è strutturato». «Qualcuno vuole danneggiarci dall'interno, per mere beghe di potere, per interessi di potere personali. Non ho ancora capito se alcune persone sono ancora iscritte al Pd o sono di Area democratica, che è un altro partito, che ha promosso una crisi di governo al buio».
Se tra alleati le cose non vanno benissimo, all'interno del Pd lo stallo è quasi totale: nella direzione regionale, organo esecutivo, Sara Timpano avrebbe i numeri, però «Alcuni componenti sono decaduti perché non hanno più la tessera e per questo alcuni iscritti sostengono che la direzione non sia più legittimata» spiega la segretaria. In assemblea «Non saprei dire se c'è la maggioranza. Ho chiesto ad alcune persone di farmi sapere se sono di Area Democratica o del Pd. Alcuni mi hanno risposto, altri no».
Sara Timpano conclude: «Sono delusa, arrabbiata. Andremo a congresso entro la fine dell'anno. Tutto questo lavorare contro di me è un abuso di potere, una mera ripicca personale. Ma non serve a nulla. Non bisogna cacciare me, ho già detto che non mi ricandiderò».
«Per quanto riguarda Area Democratica, è un’associazione creata da parte della minoranza del partito, - riferisce Raimondo Donzel, coordinatore del sodalizio insieme a Gianni Champion - perché il partito non riuniva correttamente i suoi organismi dirigenti e non vi erano più luoghi decisionali dove si potesse intervenire. E ci avevano trattati come una minoranza insignificante. Sara Timpano e Giovanni Sandri, rappresentanti di due componenti minoritarie al congresso, avevano trovato un accordo. Noi avevamo chiesto di rispettare le percentuali per le componenti all’interno della segreteria e della direzione, invece si sono presi tutto. Hai la maggioranza per fare le cose? E allora falle. Invece hanno fallito alle elezioni politiche e poi alle regionali. Dopodichè Giovanni Sandri se ne va e Sara Timpano non ha più la maggioranza, e la «soccorre» un gruppo della mia mozione. Area Democratica diventa ancora più minoranza. Alle ultime elezioni regionali però si ricordano di noi. E sottoscrivono accordi con la nostra componente, sapendo che avevamo in tasca la tessera del Pd, certo, però anche quella dell’associazione. Perché hanno firmato questi accordi? Andava tutto bene. Arrivano le elezioni regionali, grande risultato di Progetto Civico Progressista, di partecipazione collettiva. Non merito del Pd, bensì merito di tutti. Dopodichè il Pd mette in discussione l’organizzazione di Pcp e inizia a fare da sé. Però anche in questo caso non ha i numeri per poterlo fare. Adesso si parla di fare il congresso, però bisogna fare chiarezza sulla gestione dei tesseramenti. E se il partito nazionale decide di avallare queste procedure, - conclude Raimondo Donzel - faremo ricorso».