Nel castello Sarriod de La Tour le sculture di François Cerise

Nel castello Sarriod de La Tour le sculture di François Cerise
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Un allestimento particolarmente riuscito, concepito e realizzato da Thomas Linty e Leandro Enrico, ed una studiata attenzione al rapporto tra le opere e il contenitore - le sale del castello Sarriod de La Tour - che le ospita, a cura di Sandra Barberi. Così si è presentata nella serata di martedì scorso, 5 dicembre, ai suoi primi visitatori la mostra omaggio della Regione a François Cerise, una delle figure più significative della cultura popolare valdostana degli ultimi decenni. Contadino appassionato delle tradizioni, conoscitore profondo della gente, dei loro gesti, dei luoghi e delle memorie, François Cerise ha costruito la sua vita tra Gignod ed Aosta avvicinandosi progressivamente - studiando ed imparando - all’essenza di un mondo in grande trasformazione del quale ha voluto salvare il più possibile. Così sono nate le sue raccolte di oggetti della quotidianità rurale (migliaia di pezzi sono stati donati alla Regione) e soprattutto di mortai del sale, sua vera grande passione, che ha portato ad una raccolta unica ed inavvicinabile. Poi tutto il resto, dai mobili alla cose più minute, molte delle quali trovavano una collocazione nelle sue sculture, così da ricordarle, da farle vivere ancora.

La sua fede - esplicitata pure dall’assidua frequentazione della chiesa di Sant’Orso e della processione di Chaligne - la manifestava pure nelle tante sculture a soggetto religioso, con la ricerca instancabile di soggetti particolari, di santi quasi dimenticati ma un tempo fortemente presenti nella quotidianità della comunità valdostana, santi spesso legati ad eventi personale o della cerchia famigliare. Proprio a questi santi la mostra di Saint-Pierre dedica la quasi totalità dello spazio espositivo, diviso in diverse sale per meglio dialogare con quanto le circonda, ad esempio lo splendido San Cristoforo di François Cerise di fronte all’affresco medievale che ritrae lo stesso santo. Fanno eccezione le diverse Pietà, a cominciare dalla prima, straordinaria, del 1966, l’opera che segnò profondamente l’arte popolare valdostana legata alla Foire de Saint Ours, visto che quando venne presentata sul banco dell’allora poco più che trentenne artigiano-artista impressionò talmente da venire scelta senza esitazioni dalla giuria per il primo premio di quell’edizione della fiera. Una scultura che la curatrice Sandra Barberi, con scelta particolarmente felice, ha posizionato accanto alla Pietà del Quattrocento dello scultore Jean de Chetro, l’autore tra l’altro degli stalli della cattedrale aostana.

E’ una mostra che dovrebbe essere il prologo ad una seconda esposizione dedicata a François Cerise, riguardante gli altri suoi temi legati in particolar modo ai lavori della campagna ed ai loro attori. Occasione speciale considerato anche l’affascinante contesto del castello Sarriod de La Tour per ammirare l’arte e l’impegno culturale di un uomo che ha avuto la capacità, e soprattutto la modestia, di essere nel quotidiano autentico interprete della storia della comunità per la quale è vissuto.

La mostra è visitabile fino a domenica 5 maggio, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17.

L’inaugurazione della mostra “Imagines Pietatis. La scultura senza tempo di François Cerise” con da sinistra il vice sindaco di Saint-Pierre Corrado Collomb, la soprintendente Cristina De La Pierre, la referente del castello Sarriod de La Tour Daniela Platania, l’assessore regionale ai Beni e alle attività culturali Jean Pierre Guichardaz e la curatrice Sandra Barberi

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