Nel borgo di Avise 300 visitatori per le Giornate Fai di Primavera
Quasi 300 visitatori hanno partecipato alle Giornate Fai di Primavera organizzate lo scorso fine settimana, sabato 5 e domenica 6 giugno, dalla Delegazione Fai di Aosta in collaborazione con il Comune di Avise, alla scoperta di uno dei borghi più belli della regione in compagnia dei volontari del Gruppo Fai Giovani di Aosta e degli esperti Sandra Barberi e Bruno Orlandoni. Sorto in uno dei luoghi più inospitali dell’Alta Valle, in uno stretto corridoio naturale a picco sulla Dora Baltea, Avise rappresentava in realtà un importante svincolo strategico del passato: dalla Strada Consolare delle Gallie diretta al valico del Piccolo San Bernardo - che proprio in questo punto vanta la ancora ben conservata Pierre Taillée - si attraversava il fiume per raggiungere lo sperone dominato dal Castello di Blonay per poi proseguire nel vallone di Vertosan fino a Bosses e Saint-Rhémy, verso il passo del Gran San Bernardo. Ecco quindi spiegati i possedimenti dei Signori d’Avise - il cui primo esponente, Guillencus de Avisio, visse alla fine del XII secolo - nei territori limitrofi con compartecipazioni anche nella valle del Gran San Bernardo, fino a Gignod. La nobile famiglia - una delle poche non sottomesse a Casa Savoia - seppe sfruttare al meglio la collocazione geografica del luogo per il controllo dei traffici commerciali e dei passaggi a difesa delle sue attività economiche primarie. Il percorso di visita dedicato agli iscritti e ai simpatizzanti del Fondo Ambiente Italiano prevedeva una tappa alla Chiesa parrocchiale di San Brizio, documentata fin dal XII secolo e riccamente decorata ad affresco dai fratelli Avondo, che conserva al suo interno la vasca battesimale di epoca romanica, un bellissimo crocifisso ligneo duecentesco, gli altari del XVIII secolo e i frammenti di una vetrata del 1530, oltre alle suppellettili sacre e alle oreficerie esposte nel Museo d’Arte Sacra. Quindi si raggiungeva il Castello Blonay, primitiva dimora degli Avise, con l’imponente torre quadrata databile al XII secolo coronata da merli a coda di rondine, costruita con grandi blocchi perfettamente lavorati tanto da essere ritenuta una delle più belle torri della Valle d'Aosta. Quindi la visita al Castello dei Signori d’Avise fatto realizzare nel 1492 - in concomitanza con la scoperta dell’America - dal potente Bonifacio d’Avise: un massiccio parallelepipedo a base quasi quadrata più simile a un palazzo residenziale che a un edificio difensivo, con la facciata distinta da 4 livelli sovrapposti e una torre puramente decorativa, aggiunta successivamente, la cui sommità presenta eleganti caditoie con beccatelli separati da archetti carenati unici nella regione. Le tracce delle diverse fasi architettoniche della struttura testimoniano le numerose sovrapposizioni della sua storia e l’avvicendarsi dei suoi abitanti: sulla porta d’ingresso era scolpito il motto della famiglia “Qui tost Avise tart se repent”, un’esortazione ad agire rapidamente senza tentennamenti. All’interno è presente un ristorante recentemente inaugurato e al primo piano è possibile ammirare la “camera della cassaforte” e la “sala delle mensole” distinta da 14 mensole lignee scolpite con figure di animali, mostri e personaggi in vesti quattrocentesche. Il Fai, che dal 1975 agisce per la salvaguardia, la tutela e la promozione del patrimonio d’arte e natura italiano ponendo la cultura al centro della sua missione, ha inoltre l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere i giovani attraverso delle iniziative volte alla valorizzazione dei luoghi meno conosciuti della Valle d’Aosta. Anche questa volta i visitatori sono rimasti affascinati e colpiti dalla bellezza e dalla ricchezza del territorio. Per rimanere sempre aggiornati sulle attività in programma è sufficiente seguire le pagine Facebook “Delegazione Fai Aosta” e “Fai Giovani - Aosta” oppure il profilo Instagram denominato “@delegazionefaiaosta”.