Musiche del mondo e ambiente al centro del festival Alt(r)i Ascolti
Il linguaggio universale della musica ha animato il festival Alt(r)i Ascolti che si è svolto a Chamois da giovedì 24 a domenica scorsa, 27 agosto, e che è stato prodotto da Insieme a Chamois con il contributo della Regione Valle d’Aosta, di Niche - Università Ca’ Foscari di Venezia e della Fondazione Crt. Artisti italiani, scozzesi, tunisini e giapponesi hanno incantato il pubblico che ha affollato gli spazi dedicati ai concerti, tutti senza amplificazione. Melodie estremamente diverse tra loro hanno trovato a Chamois inediti terreni comuni. Così è nato, ad esempio, il fuori programma che ha visto il paesaggio sonoro magrebino, evocato dal liuto oud e la percussione def di Ziad Trabelsi e Simone Pulvano, intrecciarsi con il corno delle Alpi di Martin Mayes, “architetto dell’immaginazione musicale”, incontrato proprio qui: una première assoluta.
Alt(r)i Ascolti è stato catalizzatore di espressività sonore e di riflessioni sul territorio. Non solo musica, quindi, ma anche passeggiate condotte da Antoine Casarotto, guida alpina, per imparare a leggere la natura, a riconoscere i suoi bioindicatori, come il tricottero, larva che si trova nei torrenti di montagna, o il lichene (formato dal fungo e dall’alga) che vive solo in ambienti molto sani, e che si usa, anche in città, per monitorare lo stato dell’aria. Riflessioni sul ruolo dell’acqua nel ciclo di vita dell’uomo e del pianeta: i suoi indispensabili effetti benefici sono stati raccontati da Francesco Vallerani, docente di Geografia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove è il responsabile della Cattedra Unesco «Acqua, Patrimonio e Sviluppo Sostenibile». Suo il drammatico appello alla coscienza di tutti verso un “cosmopolitismo ecologico”, scegliendo un “francobollo”, ovvero un piccolo terreno di azione per contribuire alla salvaguardia del pianeta, attraverso piccoli progetti, mai da solisti, ma sempre in squadra, sempre elementi di un’orchestra.
Non a caso il programma ha incluso il “plogging” - raccolta di rifiuti sul proprio cammino mentre si è impegnati in attività sportive all'aria aperta -, che ha sensibilizzato gli abitanti abituali e occasionali di Chamois alla cultura del pulito.
Alla sua terza edizione, il Festival ha messo al centro la natura incontaminata di Chamois, coinvolgendo il paese e i suoi visitatori in 4 giorni alla scoperta di ritmi insoliti e di riflessioni verso sfide future nel segno del cambiamento climatico. Nell’alternarsi di sole e di cieli minacciosi, il Festival non si è mai fermato, offrendo un’esperienza turistica diversa del borgo all’ombra del Cervino.