Mouv’, dopo l’assemblea è polemica: lascia Elso Gerandin
Damien Charrance sarà ancora il presidente del Mouv'. Lo ha riconfermato la maggioranza dell'assemblea del movimento, riunitasi mercoledì scorso, 27 ottobre, a Quart per eleggere il nuovo direttivo, per ora fissato a 5 membri ma destinato ad allargarsi nelle prossime riunioni. Affiancheranno Damien Charrence, Alessandro Poser, anche lui del passato direttivo, Massimiliano Pegorari, Alberto Caveri e Cristian Bosonin. L'Assemblea ha anche confermato «la linea dì collaborazione con le altre forze autonomiste in Consiglio Valle e in particolare, nel quadro di Vda Unie, con l'altro membro del gruppo Corrado Jordan» si legge in una nota.
Tutto liscio? Non proprio. L’ex consigliere regionale Elso Gerandin, Aldo Vittaz, Luciano Gex e Jenny Cagniney escono ufficialmente da Mouv’ dopo l’assemblea di mercoledì scorso. «Crediamo che la forza di un piccolo movimento stia nei principi, nei valori, nella presenza costante sul territorio, nell’essere portatori delle esigenze dei singoli cittadini e in particolare nella condivisione di scelte e percorsi politici» spiega Elso Gerandin. «Con questo spirito - continua - ci siamo presentati all’assemblea di Mouv’ chiedendo che il nostro movimento dopo un anno di silenzio, tornasse ad essere centrale nel panorama politico valdostano». La delegazione guidata da Elso Gerandin aveva chiesto di «ripartire dal territorio con l’entusiasmo che aveva caratterizzato la nascita di Mouv’». «Per noi non sono solo slogan e parole. Per noi “onestà e coerenza” significa anche distinguere Mouv’ da Vda Unie, un’aggregazione politica nata in occasione delle ultime elezioni regionali 2020, con all’interno diverse sensibilità e visioni politiche. Aggiungere Vda Unie al simbolo di Mouv’ - sottolinea Elso Gerandin - appare per noi del tutto incomprensibile anche se motivato dall’esigenza di garantirsi la figura del movimento nell’attuale esecutivo regionale». Ai dissidenti di Mouv’ non è piaciuto che la maggioranza dell’assemblea abbia votato per mantenere il simbolo di Vda Unie in Consiglio Valle. «Non è aggiungendo o modificando simboli che si riporta partecipazione alla politica e si evita l’astensionismo, così facendo si creano piuttosto confusione e disinteresse. Per quanto ci riguarda onestà e coerenza, resteranno per sempre capisaldi e valori fondamentali, da condividere con tutti coloro che credono in questi principi, soprattutto in un momento in cui la questione morale sembra essere un vero tabù per la politica valdostana, ed in particolare a palazzo regionale» conclude Elso Gerandin.