Mostra nella chiesa valdese sulla visione magica dei ghiacciai nel 1700 e 1800

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La nuova esposizione «Dalle ghiacciaie ai ghiacciai» - curata da Gioachino Gobbi, e realizzata in collaborazione con il Comune di Courmayeur - arricchisce gli spazi della chiesa valdese in piazza Joseph Petigax a Courmayeur, raccontando ai visitatori l’epoca sognatrice e magica che ispirò gli artisti del pennello, della matita e del bulino che nel 1700 e nel 1800 sognarono e spesso inventarono situazioni e visioni poco documentali ma sempre ricche di una loro magia interna.

«Siamo felici di questa nuova collaborazione - commenta l’assessore comunale alla Cultura, Alessia Di Addario - che permette di offrire al pubblico nuove suggestioni dal passato grazie alla collezione privata di stampe storiche di Gioachino Gobbi. Stiamo parlando di riproduzioni di opere tra 1700 e 1800 e che attraverso lo sguardo di artisti inglesi, francesi, tedeschi, svizzeri e scozzesi presentano una visione dell’immaginario dell’epoca delle terre alte. Tali opere sono corredate da testi in italiano, francese e inglese che riassumono le biografie degli artisti e offrono spiegazioni storiche e artistiche utili a contestualizzare le immagini in mostra».

«Narra la tradizione - si legge nel testo a firma di Gioachino Gobbi che accompagna la mostra - che nei secoli passati ai ricchi mercanti ed ai nobili viaggiatori venissero coperti gli occhi durante il transito tra le alte montagne ed i colli alpini, per non offendere con “l’intricato non meno che horrido spettacolo” la loro tranquillità interiore, tanto era il rigetto delle visioni erte e disordinate di ciò che veniva percepito come impedimento alla circolazione e complicazione dei commerci».

Poi il diciottesimo secolo, il “secolo dei lumi”, trasformò questa visione nella ricerca scientifica e geografica tipica dell’esplosione delle curiosità e delle novità del periodo.

L’interesse per le terre alte maturò poi completamente con il romanticismo che arrivò ad amare quelle visioni “horride” fino a trasformarle nel “sublime”; e i pittori e gli incisori cominciarono ad interessarsi delle montagne e particolarmente delle “ghiacciaie” che ben illustravano questa natura selvaggia e ostile.

Poi arrivarono gli “alpinisti” che non si limitavano più a osservare con occhi ammirati gli spettacoli della natura, ma sfidarono la paura e le difficoltà cominciando a salirle per “conquistarle”. E con loro arrivò la fotografia, fedele riproduzione delle forme alpine, cancellando l’aura di magia e di invenzione creativa che gli artisti avevano rappresentato nelle loro opere. Così le ghiacciaie (femminili) divennero i ghiacciai (maschili) come li conosciamo oggi che viviamo un momento di sofferenza e di preoccupazione per il loro futuro.

L’esposizione, ad entrata libera, è stata inaugurata venerdì 29 dicembre alle 18 e sarà visitabile tutti i giorni fino al 7 di gennaio 2024, e successivamente dal venerdì alla domenica, sempre dalle 10 alle 19, fino al 1º aprile 2024.

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