È morto Marco Imperato, il pilota dell’elicottero precipitato nel biellese

È morto Marco Imperato, il pilota dell’elicottero precipitato nel biellese
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Non ce l’ha fatta Marco Imperato, 45 anni, della provincia di Salerno ma domiciliato per lavoro a Morgex, il pilota rimasto ferito nell’incidente che mercoledì 23 novembre ha visto l’elicottero di cui era ai comandi precipitare in un bosco di faggi sul costone di Montesinaro, nel Comune di Piedicavallo, in Valle Cervo nel biellese. L’uomo è spirato nella tarda serata di domenica scorsa, 1° gennaio, al Cto di Torino dove era ricoverato in gravi condizioni. Nell’incidente aveva riportato un grave trama cranico e facciale, la frattura di più costole e un trauma al bacino.

Il pilota salernitano, dall’elevata esperienza, si trovava ai comandi di un elicottero della Ski Aviation, con sede operativa a Cossato e sede legale a Courmayeur. La società è nata dalla fusione tra la Airstar Aviation (che si trovava a Mottalciata) e la valdostana Gmh Elicopter Services.

Marco Imperato stava effettuando un servizio di trasporto di materiale edile lungo un costone impervio che si affaccia verso il paese di Piedicavallo, per conto dell’impresa Fratelli d'Ambrosio di Sagliano Micca, impegnata nella posa delle reti per il consolidamento del terreno molto scosceso in quella zona.

Non si esclude che il pilota possa essere stato abbagliato dal sole e che ciò sia bastato a fargli perdere per un istante il controllo. Il velivolo avrebbe a quel punto urtato con il rotore di coda i rami degli alberi provocando la caduta. Prima dell’impatto, l’elicottero si è ribaltato ed è quindi andato ad urtare con il rotore principale e la cabina contro il terreno, rimanendo con i pattini d’atterraggio rivolti verso l’alto, appoggiato su una terrazza naturale in mezzo alla faggeta. Un’ala del rotore principale e il rotore di coda, spezzati nella caduta, erano rimasti imprigionati sui rami degli alberi.

Venerdì 16 dicembre sono terminate le operazioni di recupero dei resti della carlinga dell’elicottero. L’attività tecnica legata alla rimozione del velivolo presentava vari profili di rischio, a causa della zona impervia in cui è caduto l’elicottero. Vi hanno preso parte i Vigili del fuoco del Comando provinciale di Biella, inclusi componenti del Nucleo provinciale Speleologico Alpino Fluviale, del Nucleo Investigativo Antincendi e del Nucleo elicotteri di Torino. Il recupero dei resti dell’aeromobile, oltre a concretizzare la messa in sicurezza dell’area dello schianto, era funzionale anche agli accertamenti sulle cause del sinistro. Sul posto erano intervenuti i Carabinieri, il 118, i Vigili del fuoco e il Soccorso Alpino. L’Agenzia Nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un’inchiesta.

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