Morgex, un paese in crisi d’identità “Negozi chiusi e poca vita sociale”
È il primo lunedì di dicembre e per le vie del centro di Morgex si incontrano poche persone: anziani intenti a fare acquisti nei negozi e un gruppo di giovani, proveniente da altre regioni, seduto al bar in attesa di iniziare l’attività lavorativa nelle strutture ricettive di Courmayeur. Il cielo è grigio, le luminarie natalizie non sono ancora accese e la temperatura non rispecchia i tipici valori invernali.
L'immagine del borgo di Morgex riflette quanto descritto dall'ex sindaco Guido Cesal nei giorni scorsi, in una riflessione ha suscitato vivaci discussioni tra gli abitanti della cittadina. «Purtroppo - ha scritto Guido Cesal - abbiamo perso quell’insieme di rapporti personali, contatti, condivisioni, socialità che facevano di noi una comunità coesa, ospitale ed accogliente. Morgex è un paese vivo nei periodi di alta stagione turistica, ma desolatamente vuoto in altri. La regolamentazione degli affitti brevi ha ridotto l’offerta, la locazione ai residenti comporta spesso problematiche fastidiose. Eppure, la domanda per venire ad abitare a Morgex è alta, in continua ascesa ma i trasferimenti in altri Comuni sono continui sia per i costi eccessivi degli affitti, sia perché l’eventuale acquisto comporta livelli di spesa elevati.»
Una fotografia dai toni grigi quella scattata da Guido Cesal, indubbiamente una figura di riferimento per la comunità, che trova conferma anche nelle parole di Giorgio Pavese, titolare della storica macelleria situata nel borgo: «Numerose saracinesche nel centro sono abbassate. Recentemente anche il fruttivendolo ha chiuso e non sappiamo se qualcuno subentrerà. I motivi sono ben noti, inoltre l'apertura del centro commerciale e dell'ampio parcheggio annesso all'ingresso del paese ha ridotto l'attrattività delle nostre botteghe».
Giorgio Pavese continua a gestire con dedizione l'attività familiare e, in qualità di profondo conoscitore del tessuto sociale locale, ha anche lui osservato un calo nella socialità tra gli abitanti: «Le nuove famiglie che si sono trasferite a Morgex non vivono il paese come accadeva a noi nei decenni passati. Ciò è dovuto anche al numero sempre minore di locali pubblici aperti tutto l’anno, poiché molti preferiscono lavorare soltanto nelle stagioni turistiche».
Recentemente, il borgo ha dovuto registrare pure la chiusura del Bar de l’Archet, che potrebbe riaprire nei prossimi mesi con una nuova gestione. In controtendenza è invece la scelta di Oreste Pressa, che lo scorso 31 luglio ha inaugurato L’Oresteria in piazza dell’Assunzione, davanti alla chiesa, nella via pedonale. «Io e mia moglie Rossana Gillio, proprietari dell'immobile, stanchi di pagare l'Imu senza trovare qualcuno disposto ad affittare la struttura, abbiamo deciso di intraprendere questa avventura nonostante i nostri 64 e 62 anni. - racconta Oreste Pressa - I giovani e le famiglie, anche con bambini, quando si siedono al tavolo per un aperitivo o per consumare un pasto, sono chini sui loro telefoni. È raro sentirli conversare tra di loro.»
Oreste Pressa mette in evidenza un problema noto, e oggetto di attenzione, non solo da parte del Comune: «Esiste un gruppo di ragazzi maleducati che gira per le vie del paese, spesso si comporta in modo arrogante e offensivo. Ho tentato di dialogare con i loro genitori, ma non mi hanno dato ascolto».
«Siamo consapevoli di questa situazione - commenta il sindaco Federico Barzagli -, si tratta di giovani nativi del paese e di altri che si sono trasferiti con le famiglie negli anni passati, frequentanti la locale scuola media. Come Amministrazione comunale, insieme alla dirigente scolastica Mikaela Bois ed ai carabinieri, stiamo monitorando attentamente questa problematica.»
Da parte sua, pur essendo d’accordo con la maggior parte delle riflessioni di Guido Cesal, Federico Barzagli precisa però come a suo parere il tessuto sociale del paese sia assolutamente attivo e propositivo: «Noi siamo la capitale dei servizi della Valdigne, il borgo offre una serie di servizi importanti, di cui usufruiscono praticamente tutte le località della zona del Monte Bianco».
«Non nego il problema della desertificazione commerciale del centro - evidenzia Federico Barzagli - e della difficoltà di trovare alloggi in affitto residenziale, ma bisogna evidenziare che la nostra Amministrazione comunale ha operato delle scelte per mitigare la situazione. Abbiamo dei mezzi limitati per migliorare l’attuale stato delle cose, tuttavia con 2 provvedimenti abbiamo ridotto l’Imu a chi destina appunto un’abitazione all’affitto residenziale e per riapre un negozio. Abbiamo agito per quanto di nostra competenza sulla leva economico-fiscale, per provare a modificare l’attuale tendenza. Inoltre i nostri uffici stanno lavorando per cercare di recuperare la fatiscente struttura dell’ex IPR, un’operazione che potrà essere portata avanti solo dopo attenti studi geologici, visto che l’immobile si trova in una zona alluvionale ad alto rischio.»