Monte Bianco, chiusura del Tunnel dal 2 settembre Confindustria VdA torna all’attacco sul raddoppio

Monte Bianco, chiusura del Tunnel dal 2 settembre Confindustria VdA torna all’attacco sul raddoppio
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Rischia sempre di più di essere un'odissea lunga 18 anni quella del Tunnel del Monte Bianco con le sue chiusure di 3 mesi per volta e tanta preoccupazione per l'economia valdostana. Il secondo stop è previsto dalle 17 di lunedì 2 settembre fino alle 17 di lunedì 16 dicembre prossimi. Un tunnel dunque incrementatore di Pil ma anche di grossi pensieri sia per il settore del turismo che per la nostra imprenditoria.

«Sì, confermo, c'è molta apprensione ma non rassegnazione. - confida il presidente di Confindustria Valle d'Aosta Francesco Turcato - Continuiamo a ribadire da quasi 2 anni che l'unica soluzione è il raddoppio dell'attuale traforo. Non ci sono alternative, a prescindere dalle chiusure nei prossimi anni, perché l'opera che avremo alla fine sarà insufficiente, insicura e presto o tardi sarà vietata al transito dei Tir dall'Unione Europea che impone il raddoppio dei grandi trafori alpini. Sta avvenendo per il Gottardo, il nuovo Brennero e con il Frejus. Tra 18 anni quando finiranno le chiusure previste del Bianco, i Tir passeranno solo più da queste grandi arterie moderne e sicure a doppia canna mentre al nostro, a canna singola, resterà solo il traffico turistico. E le nostre aziende perderanno competitività». Esiste una stima del danno causato alla nostra economia da questa chiusura? «La stima noi l'abbiamo calcolata da oltre un anno, - continua Francesco Turcato - abbiamo fornito evidenze scientifiche in vari convegni alla presenza delle massime autorità regionali e nazionali della politica e dell'impresa. Ci è stato detto che anche sul fronte francese qualcosa si muove e che pure Oltralpe il raddoppio del traforo non è più visto come un tabù».

«L'impegno di Confindustria Valle d'Aosta, - tiene a precisare Francesco Turcato - è cominciato nel 2022 e proseguirà anche nei prossimi mesi, perché questa è una battaglia essenziale per la competitività del territorio e non solo. La frana nella Valle della Maurienne che tuttora impedisce il transito dei treni sulla vecchia linea ferroviaria del Frejus, quella del colle di Tenda del 2020 che ha chiuso un'altra arteria verso la Francia, e poi le recenti difficoltà che registriamo sulla rete autostradale nel Canavese attorno a Ivrea o la possibile frana di Quincinetto, sono tutti elementi che riducono fortemente la possibilità di esportare il made in Italy verso la Germania e la Francia, nostri primi 2 partner commerciali. Ecco perché noi ci siamo e ci saremo anche insieme all'intero sistema confindustriale, per far sentire la voce delle imprese in Italia e a Bruxelles dove come Confindustria Valle d'Aosta abbiamo aperto in autunno un nostro desk insieme ai colleghi liguri e piemontesi».

La battaglia dunque è per una doppia galleria per ovviare a questa spada di Damocle che penderà per 18 mesi sull'economia valdostana. «Certamente. Il progetto di massima esiste, i costi ed i tempi di realizzazione pure. Persino le risorse hanno già un'assegnazione possibile. Il raddoppio sarebbe a costo zero per la collettività andando a pesare sul gestore dell'autostrada e generando un miglioramento della sicurezza dell'opera. La nostra proposta è un'alternativa ad uno scenario di declino che inciderà per il 10 per cento del Pil in 18 anni di chiusure e questo, - conclude Francesco Turcato - per chi fa impresa è qualcosa di insostenibile».

E’ sulla stessa linea Chiara Celesia, responsabile commerciale dell’ipermercato Gros CIdac, nel cuore della città: «Già sicuramente lo scorso anno c'è stato un impatto forte rispetto all'anno precedente e quindi per noi che lavoriamo in un ambito molto turistico, la parte francese è alquanto importante. Ma perché non chiudono il tunnel per lavori in estate, quando i valichi aperti potrebbero ovviare in parte il problema? E' solo una mia considerazione, forse hanno deciso così in base ai numeri che si registrano in quel periodo e che sicuramente sono maggiori. Si, il raddoppio della galleria eliminerebbe qualsiasi problema. Al momento bisognerà lavorare molto bene sulla Svizzera, quindi portare letteralmente la Valle in Svizzera come promozione».

Pesa molto questa situazione sui vostri bilanci? «Lo scorso anno lo abbiamo sentito anche se per il momento non abbiamo valutato con precisione l’impatto della chiusura, - conclude Chiara Celesia - comunque sicuramente è una perdita importante».

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