Montalto Dora, emergenza cinghiali «Un problema anche per il turismo»

Montalto Dora, emergenza cinghiali «Un problema anche per il turismo»
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A seguito degli atti vandalici, ad opera di sconosciuti, subiti dagli agricoltori della zona compresa tra Montalto Dora e Burolo, lungo la Statale 26 a partire da Cascina Colombara, che hanno visto la distruzione delle recinzioni elettrosaldate poste a protezione delle coltivazioni, soggette all’azione devastante dei cinghiali, la Cia Agricoltori delle Alpi, nella persona del presidente Stefano Rossotto, ha indetto giovedì scorso, 3 agosto, nel municipio di Montalto Dora, una conferenza stampa per fare il punto sulle richieste degli agricoltori in merito alla gestione della fauna selvatica. Un problema questo di non facile soluzione, dati gli interessi delle parti coinvolte (contadini e coltivatori della terra, ambientalisti, cacciatori, amministrazioni comunali, enti e associazioni), ormai da anni alla ribalta delle cronache nazionali e ancora senza apparente sbocco.

Presenti all’incontro i sindaci di Montalto Dora, Renzo Galletto, e di Burolo, Franco Cominetto, assieme a Sergio Tos di Confagricoltura (anche rappresentante di Atc 1-2), al capogruppo di maggioranza Luca Quacchia di Borgofranco d’Ivrea e a un pubblico formato da agricoltori e contadini del circondario montaltese.

“E’ imperante la necessità di trovare un punto d’incontro con tutti per gestire questa questione” ha esordito Sergio Tos. “Ormai i cinghiali non sono più da considerarsi una risorsa ma un problema di tipo agricolo, zootecnico e anche turistico, dato che là ove si diffonde la peste suina vengono vietate passeggiate nei boschi o lungo i sentieri, la raccolta di funghi e altre attività inerenti la sfera della ricezione turistica, quindi un danno esteso in più ambiti. Occorre concertazione e dialogo tra le parti, per ovviare anche alle pastoie burocratiche, soprattutto quando si tratta di risarcire per i danni subiti”.

Dal punto di vista dell’Amministrazione comunale, quello posto sul tavolo è anche un problema di sicurezza e di ordine pubblico. “Gli incidenti stradali sulla Statale 26 dovuti ad attraversamenti di cinghiali sono preoccupanti” ha evidenziato Renzo Galletto. “Le soluzioni, anche quelle di compromesso, quando va bene, sono state sinora molto relative. Riguardo agli atti vandalici alle reti elettrosaldate, bisogna accertare la responsabilità del dolo, che potrebbe avere tra gli imputati anche gli stessi agricoltori, per varie motivazioni”. I coltivatori presenti non hanno dubbi che la colpa debba ricadere sui cacciatori, che avrebbero avuto così modo di far passare gli ungulati per il soddisfare il loro divertimento venatorio, ma per loro il problema principale resta quello delle devastazioni portate ai poderi da questi animali, dalle spese sostenute per contenerli, dal ritardo dei rimborsi da parte degli enti preposti, dal riproporsi costante di una situazione non più tollerabile, dalla mancata presa di posizione dell’Atc, lenta negli interventi quando non del tutto assente. L’eliminazione dei cinghiali è per loro una priorità condivisa. “Una soluzione al problema”, ha spiegato Stefano Rossotto, “è il Piano di Intervento Rapido, che consente di evitare passaggi inutili con l’utilizzo di selettori, cioè cacciatori con titolo di intervento per un abbattimento selettivo degli animali, oppure l’utilizzo di fili pastorali o specifiche gabbie di contenimento per la loro cattura, oggi alla portata anche dei privati senza necessità di seguire dei corsi e con rimborso dei materiali necessari”. Ma le lungaggini burocratiche legate anche a questa tipologia di soluzioni, le esasperanti tempistiche d’intervento, al pari di quelle inerenti al rimborso dei danni già subiti dalle coltivazioni (difficilmente quantificabili in eccesso), non sono più tollerate dai proprietari degli appezzamenti terrieri, che preferiscono piuttosto agire nell’immediato, costituendosi addirittura in associazioni volontarie, preparate a effettuare abbattimenti selettivi e smaltimento di carcasse, come i caso del sodalizio creato dal chivassese Mario Monti, che si è detto disponibile all’intervento immediato sul territorio nei limiti del consentito. “Un’iniziativa encomiabile”, ha approvato Galletto, “che dovrebbe essere codificata strutturalmente e resa professionale nell’ottica di un piano di abbattimento razionale, magari con una mozione alla Città Metropolitana, in modo da evitare lungaggini foriere di ulteriori disagi per tutti”. Per il sindaco Franco Cominetto è evidente che gli agricoltori non debbano tanto essere risarciti di un danno, spesso difficilmente quantificabile, quanto messi nella condizione di non subirlo più, sopprimendo la caccia sportiva e affidando ad enti ufficialmente preposti la gestione del contenimento e dell’abbattimento dei cinghiali.

Gli agricoltori presenti all’incontro e nell’altra foto da sinistra Franco Cominetto, Luca Quacchia, Renzo Galletto, Stefano Rossotto e Sergio Tos

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