Montagne dolci 6. À l’écart des grands chemins
Montagne dolci 6. À l’écart des grands chemins
Si giunge così sul limitare della conca di By, dove è un alberghetto, proprietario Farinet, 6 letti. Dieci minuti più avanti giungesi ai cascinali di By, m 2042. Ospitalità per alpinisti. Il bacino di By è una meraviglia alpina: semicircolare in pieno meriggio, tutto disteso di splendide praterie, ricco d’acque, circondato da una serie di acute e caratteristiche vette raggruppate a tre a quattro, dominato a nord dalla cima del Grand Combin.”
Nel 1914 Luigi Vittorio Bertarelli, nel primo volume della Guida d’Italia del Touring Club, dedicava a By alcune righe in netto contrasto con la prosa asciutta della più celebre guida di viaggio italiana.
Da poco tempo la conca di By era stata riscoperta. C’era stato un tempo, nel Basso Medioevo, all’epoca d’oro della via Francigena, in cui la Fenêtre Durand (2.803 metri) era stata utilizzata come alternativa alla strada principale, il Gran San Bernardo. Ma poi erano accadute due cose, nel Cinquecento, che l’avevano posta ai margini delle grandi vie di comunicazione. L’affermazione del protestantesimo in Svizzera aveva trasformato il confine settentrionale degli Stati Sabaudi in una pericolosa frontiera religiosa e il raffreddamento climatico, la cosiddetta “piccola età glaciale”, aveva abbassato di circa 500 metri i limiti delle nevi e dei ghiacci, dei pascoli e delle terre coltivabili.
By, un tempo abitata tutto l’anno, divenne pascolo estivo e la Fenêtre Durand divenne un passaggio nascosto, la via di chi, fuggiasco o contrabbandiere, non voleva incappare in guardie di frontiera. A riscoprirla, nel 1775, fu il ginevrino Marc-Théodore Bourrit, il glaciologo e disegnatore ginevrino che aveva dedicato gran parte della sua vita all'esplorazione delle Alpi occidentali. Ma il primo viaggiatore a pernottare a By, almeno il primo a raccontarlo in un volume di grande successo internazionale (Le valli italiane delle Alpi pennine, trad. it. Alagna 2008), fu il reverendo inglese Samuel Willian King, che percorse la Valle d’Aosta a piedi, con la moglie, dall’8 agosto al 22 ottobre del 1855.
Ma By non ebbe la fortuna di altre località descritte dai viaggiatori inglesi e seguì una logica tutta particolare, fatta di occasioni perdute che potrebbero farne la sua futura fortuna.
Nel 1873, l’alpinista londinese Richard Henry Budden, l’amico dell’abbé Gorret, direttore della rivista “Le Touriste” e Presidente onorario della sezione valdostana del Club Alpino Italiano, propose una pubblica sottoscrizione per la costruzione di una Route internationale carrozzabile che avrebbe collegato l’Italia alla Svizzera attraverso la Fenêtre Durand. Si costituì un Comitato, presieduto dallo stesso Budden e da Joseph Rosset di Ollomont, e “alpinisti desiosi di aprirsi nuovi orizzonti, valligiani spinti dalla brama di attirarsi le visite dei forestieri, tutti si misero all’opera per la costruzione di una strada mulattiera la quale, in continuazione della breve tratta già esistente per arrivare ai pascoli, attraversasse il colle”. Nel febbraio del ’75, tracciando un bilancio quadriennale della sua attività, il Club alpino di Aosta annunciava fiduciosamente la conclusione dei lavori entro l’estate dello stesso anno. Poi, non sappiamo se per difficoltà tecniche o finanziarie, “le chemin international entre la Valpelline et la Suisse” rimase una “mi-charretiére”, un cantiere aperto e la prima carrozzabile per la Svizzera verrà inaugurata il 14 luglio del 1905 al colle del Gran San Bernardo.
Ancora una volta la Fenêtre Durand rimase à l’écart des grands chemins e la fortuna di By si legò non a una strada, ma all’inizio dell’esplorazione alpinistica del versante meridionale del Grand Combin. La prima di molte spedizioni partì da Aosta il 4 agosto del 1898, guidata da Adolfo Hess della sezione torinese del CAI, accompagnato dalle guide Lorenzo Croux, Alessandro Pession e Joseph Petigax, la fedele guida del Duca degli Abruzzi. Da allora, fino all’inaugurazione, nel luglio del 1913, del rifugio al col de l’Amianthe, i casolari di By furono il campo base della grande esplorazione del gruppo del Combin.
In quegli anni il famoso parroco-alpinista di Valpelline, Joseph-Marie Henry, individuava nell’area di By grandi potenzialità di sviluppo turistico. Dopo aver cantato le superbe montagne che la circondano, la ricchezza e la bellezza dei suoi alpeggi, la superiorità della sue fontine, Henry annunciava l’aprirsi di un’era nuova: la nascita “d’une station alpine de 1°er ordre” in seguito all’apertura di un hotel grandioso in corso di costruzione.
Ma ancora una volta le cose non andarono proprio così…
(continua)