Monastero Invisibile: nemmeno la pandemia spezza la catena della preghiera per le vocazioni

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Dopo ventisei anni di servizio passati nella parrocchia di Saint-Martin-de- Corléans ad Aosta, dall’inizio di luglio suor Nerina Di Battista è tornata a Pescara, dove si trova la casa generalizia delle suore della Santa Famiglia di Penne. I legami con la Valle d’Aosta però sono rimasti ben saldi: la religiosa rimane in contatto con i parrocchiani di Saint-Martin e con gli amici incontrati nelle varie attività portate avanti nel corso della sua lunga permanenza valdostana. Fra i gruppi a cui ha dedicato il suo impegno vi è quello del Monastero Invisibile, una realtà che da tempo si è sviluppata in molte diocesi italiane, fra cui la nostra.

«Si tratta di un gruppo di uomini e donne - spiega suor Nerina di Battista - che decidono di dedicare un’ora al mese alla preghiera per le vocazioni. Fra di loro vi sono laici, consacrati e sacerdoti. C’è chi sceglie di impegnarsi pregando un Rosario, chi partecipa a una Messa, chi ascolta una lectio divina o si reca a una Via Crucis. Alcuni preferiscono offrire un diverso momento di preghiera, individuale o comunitaria. Ciascuno è chiamato a scegliere un impegno secondo le proprie possibilità e a comunicarlo ai responsabili del gruppo. In questo modo viene stilato un calendario e a ogni ora del giorno e della notte vi è una persona che prega per le vocazioni. Il prospetto rimane riservato. Da qui deriva il nome del gruppo: “monastero” perché si viene a creare una rete di preghiera, “invisibile” perché nessuno sa chi sta pregando in un determinato momento».

In Valle d’Aosta il Monastero Invisibile esiste da venticinque anni e conta circa trecento iscritti. «Quando abbiamo iniziato non c’erano i social. - prosegue la religiosa - I contatti con le persone avvenivano direttamente o per telefono. Io ero la segretaria del Centro diocesano per le vocazioni; il direttore era allora don Albino Linty Blanchet. Insieme abbiamo avuto l’idea di dar vita a questa realtà, sulla scia del Piemonte dove il Monastero Invisibile esisteva già. Per un certo periodo è stato anche realizzato un giornalino cartaceo, che usciva ogni sei mesi e rappresentava un aiuto per la preghiera degli iscritti. Prima della pandemia, ogni anno si svolgeva anche un incontro annuale degli amici del Monastero Invisibile di Piemonte e Valle d’Aosta: ci recavamo in pellegrinaggio a un santuario mariano. Erano momenti molto belli, perché gli iscritti avevano modo di conoscersi e così, per un giorno, il monastero diventava visibile. Per due anni abbiamo anche realizzato un incontro a livello diocesano, riservato ai partecipanti valdostani: il primo si è svolto ad Aosta nella parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans, il secondo al Priorato di Saint-Pierre».

In questo ultimo anno e mezzo segnato dal Covid-19, la rete di preghiera per le vocazioni non si è interrotta. «Il Monastero Invisibile è rimasto sempre attivo, anche nei momenti più difficili. - conclude suor Nerina Di Battista - Inoltre, nelle scorse settimane alcuni membri hanno pensato di creare un gruppo Whatsapp, per mantenere i contatti fra gli iscritti. Ci sono anche partecipanti che si trovano fuori Valle e così possono essere più facilmente raggiunti. Per ora hanno aderito trentacinque persone. Nonostante la lontananza fisica, rimaniamo sempre uniti nella preghiera e nel cuore».

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