Mogol ricorda l’estro e la classe di Lucio Battisti Ieri il penultimo appuntamento di Vivo Verde

Mogol ricorda l’estro e la classe di Lucio Battisti Ieri il penultimo appuntamento di Vivo Verde
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Il violino di Massimo Fedeli - un pregiato Pietro Guarneri del 1709, un rarissimo esemplare giunto sino ai nostri giorni - avrebbe dovuto risuonare sabato scorso, 31 luglio, nel magico ambiente del bosco del Peuterey. Invece il concerto della seconda tappa di Vivo Verde è stato trasferito al Jardin de l’Ange, complice una situazione metereologica non troppo definita che ha costretto gli organizzatori a ripiegare sul “salotto buono” di Courmayeur.

Il festival ieri - venerdì 6 agosto - ha vissuto un’altra giornata di altissimo profilo culturale. Al Parco Abbé Henry è stato addirittura il paroliere per eccellenza della musica italiana - Giulio Rapetti, in arte Mogol - a salutare il pubblico nella terza e penultima giornata dell’iniziativa prodotta dal regista e attore Massimiliano Finazzer Flory. Nella sua “intervista” Mogol ha raccontato l’evoluzione del panorama musicale italiano attraverso aneddoti, ricordi e riflessioni e si è soffermato pure sul suo sodalizio più celebre, quello con Lucio Battisti. Poco prima Massimiliano Finazzer Flory, direttore artistico di Vivo Verde, aveva donato alla Biblioteca di Courmayeur il volume della Divina Commedia illustrata da Mimmo Paladino.

L’ultimo appuntamento del 2021 di Vivo Verde è invece quello di sabato 21 agosto prossimo alla Skyway, la funivia che collega Courmayeur a Punta Helbronner. A chiudere la rassegna sarà proprio Massimiliano Finazzer Flory, che in questa occasione condurrà gli spettatori in un viaggio attraverso la Divina Commedia, in occasione del settecentesimo anniversario della scomparsa di Dante.

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