Modifiche delle frequenze: “Sarebbe molto più comodo se esistesse lo stesso sistema per tutte le marche di tv”

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Una nota emessa dalla dirigente della Direzione generale per le tecnologie delle comunicazioni e la sicurezza informatica del Ministero dello Sviluppo Economico Eva Spina - per quanto riguarda la situazione della ripetizione dei programmi Tv nei territori montani di Torino e Cuneo, i cui impianti sono autorizzati dall’ispettorato territoriale del Ministero dello Sviluppo Economico competente per territorio - informa che le frequenze oggi in uso devono essere spente a seguito del “refarming” generale delle stesse, della liberazione della banda 700MHz e in quanto non conformi con il nuovo quadro radioelettrico definito dal Piano dell’Agcom, come disposto anche dal decreto ministeriale del 19 giugno 2019 (cosiddetto “Roadmap”).

L’Ispettorato Piemonte, nelle scorse settimane, ha comunicato coerentemente la revoca delle autorizzazioni, chiedendo contestualmente se sussistesse ancora l’interesse a una nuova autorizzazione: nelle aree interessate i singoli cittadini, infatti, possono ricevere via satellite con una parabola e ricevitore apposito tutta l’offerta televisiva disponibile e non solo pochi programmi. Nella settimana da lunedì 10 a venerdì 14 gennaio, l’arco alpino delle province di Torino e Cuneo è stato interessato dal cambio di banda delle frequenze e, nella grande maggioranza dei casi, con la modifica delle stesse da parte della Rai: l’alimentazione degli attuali ripetitori verrà in ogni caso meno. L’ispettorato verificherà nei prossimi giorni l’assenza di interferenze tra le attuali frequenze autorizzate e il nuovo quadro frequenziale e quindi, per gli enti che abbiano espresso interesse a proseguire la ripetizione dei programmi Tv, procederà a autorizzare temporaneamente la prosecuzione della trasmissione (in assenza di interferenze a operatori di rete) per un paio di mesi, in attesa di attribuire una nuova frequenza che rispetti il quadro tecnico e anche normativo. A seguito del coordinamento internazionale, quindi, sarà possibile autorizzare stabilmente una nuova frequenza per questa tipologia di impianti.

«Lo scenario è un po’ confuso. - evidenzia Aldo Benedino, tecnico di manutenzione dei ripetitori dell’area borgofranchese - Sta cambiando il sistema di trasmissione e vengono dismessi canali in banda terza, tra Valle d’Aosta e Piemonte. L’utente dovrà fare la selezione automatica dei canali sulla Tv per posizionarli sulle bande Uhf. Molti apparecchi televisivi lo fanno automaticamente, salvo selezionare manualmente il canale per le Rai regionali (Piemonte Lombardia ed Emilia), che è cosa che compete all’utente. Certo mi chiedo perché chi costruisce televisori non utilizzi sistemi uguali per tutte le marche, come accade nel resto d’Europa. In Italia fa ciascuno a modo suo, anche se poi il materiale arriva dalla Cina. Si dovrebbe avere un menu condiviso da tutti e poi scegliere, omologare e non differenziare».

Il cambiamento ora interessa solo la Rai ma seguirà a marzo anche Mediaset. Ciò comporterà inoltre un inevitabile e progressivo automatizzarsi del sistema: tutte le manutenzioni che un tempo si facevano sul posto con cacciaviti e saldatori verranno gestite tramite connessione con il computer. «Finirà, secondo la mia previsione, che la Tv si vedrà solo via internet, tutto a pagamento tranne l’informazione» ipotizza Aldo Benedino, che sottolinea anche come il periodo dell’anno per fare questi lavori non sia stato certo ottimale come scelta: «Siamo stati fortunati che per ora non ha nevicato, se no sarebbe stato un problema per il tecnico raggiungere impianti isolati in altura con condizioni meteo proibitive. Bisognava attrezzarsi per le stagioni primaverili o autunnali. E poi, tra le emittenti regionali, che dovranno affrontare molte spese per adeguarsi alle nuove norme e consorziarsi tra loro, chi gestirà il pagamento per la manutenzione degli impianti?»

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