Miniera di Cogne, pure grazie ai vini è positivo il bilancio dell’estate 2021
Complice l’abbinamento con i vini, i visitatori alle Miniere di Costa del Pino a Cogne, da giugno fino al fine settimana di sabato e domenica scorsi, 9 e 10 ottobre, sono stati 2.655 (2.104 adulti e 551 bambini), di cui 1.555 dall’Italia, in particolare da Lombardia (26 per cento), Piemonte (13 per cento), Emilia Romagna (11 per cento) e Liguria (11 per cento) e 206 dall’estero, soprattutto Francia (37 per cento), Svizzera (22 per cento), Belgio (11 per cento) e Paesi Bassi (11 per cento).
«Siamo molto soddisfatti dell’andamento delle visite durante l’estate, il mese di luglio è stato incerto a causa del brutto tempo, però agosto, settembre e i primi fine settimana di ottobre stanno registrando il tutto esaurito» commenta Vittoria Daghetto della Cooperativa Mines de Cogne, che si occupa della gestione delle visite turistiche per conto del Comune di Cogne. «La Miniera è un luogo che rievoca antiche memorie e fatiche, una delle più alte d’Europa. Cunicoli e gallerie, all’interno delle quali hanno lavorato generazioni di minatori all’estrazione della magnetite dal tempo degli antichi romani fino al 1979 quando è terminata l’attività estrattiva, oggi accolgono visitatori da tutta Europa e si prestano all’affinamento del vino».
I numeri positivi in termini di visitatori sono infatti da attribuire anche alla novità di quest’estate: la conservazione e la possibilità di degustare i vini di alcune cantine valdostane all’interno delle gallerie della Miniera. La Cave des Onze Communes di Aymavilles e la Cave Mont Blanc di Morgex (dalla prossima estate anche i vini della Crotta di Vegneron di Chambave avranno trascorso un anno tra le buie gallerie e saranno pronti per essere degustati) sono i produttori che hanno aderito con entusiasmo al progetto.
Dopo un primo passaggio in botte, le bottiglie sono state trasportate all’interno della Miniera (a 2.000 metri di quota) e, più precisamente, sono state stoccate nella polveriera, luogo dove venivano conservati gli esplosivi per l’estrazione della magnetite. Alcuni mesi all’interno di un luogo così buio, a temperatura e umidità costanti, ne hanno reso perfetto l’affinamento. Tutte le settimane sono state organizzate degustazioni, che hanno trovato ampio consenso da parte degli ospiti.
La visita aiuta a rendere l’idea di come era la vita tra le gallerie, tra i rumori assordanti delle esplosioni, l’estrazione della magnetite e poi il trasporto fino ad Aosta. L’autenticità del luogo è uno dei suoi punti di forza. Dopo un breve tragitto si arriva alla base della discenderia principale, si prosegue fino al livello dei frantoi interni, si visitano sale con macchinari originali e si prosegue per un tratto di galleria fino alla base di un pozzo di scarico.
«L’atmosfera è magica» conclude Vittoria Daghetto. «Salendo sul trenino usato dai minatori, si parte per un emozionante viaggio nella storia, tra vecchi edifici, utensili, locali così come li hanno lasciati i minatori. Lo sferragliare del treno, che porta i visitatori lungo la galleria di carreggio, contribuisce a far tornare la mente indietro nel tempo».