Minatore, contadino, partigiano Torgnon piange Mélien Garin
Mercoledì scorso, 8 febbraio, se ne è andato un pezzetto di storia di Torgnon: Aureliano Emiliano Garin, conosciuto da tutti come Mélien. Nel mese di agosto dello scorso anno Mélien aveva festeggiato il secolo di vita, con una bella festa organizzata per lui dai familiari: i figli Walter di 74 anni, Fiorenzo, di 70 anni, Giampiero, 64 anni e l’ultimogenita Patrizia, 54 anni, alla presenza di diversi nipoti, pronipoti e alcuni conoscenti e amici del villaggio di Chesod, dove il centenario viveva. Nell’occasione il sindaco di Torgnon Lorena Engaz a nome dell’Amministrazione comunale gli aveva consegnato una targa ricordo.
Quella di Emiliano Garin è stata una vita di duro lavoro, con tanti sacrifici; in gioventù è stato minatore e poi in seguito si è sempre occupato di lavorare la terra, facendo anche diversi lavori stagionali. La moglie Ivonne Barrel era mancata una decina di anni fa. Fino a poco tempo fa il centenario seguiva ancora ancora i telegiornali in televisione e amava rimanere al corrente dei fatti di attualità. I funerali si sono celebrati ieri, venerdì 10 febbraio, nella chiesa parrocchiale di Torgnon. Aureliano Garin aveva preso parte alla Resistenza a partire dal mese di settembre del 1944 nella 101esima Brigata Marmore e il 2 giugno del 2016, in occasione del 70esimo anniversario della proclamazione della Repubblica, aveva ricevuto la Medaglia della Liberazione da parte del presidente della Regione Augusto Rollandin e del presidente dell’Anpi Nedo Vinzio. «Arruolato come Alpino, alla fine del 1942, mentre era in addestramento nella caserma di Aosta, proposero a papà di essere distaccato come minatore nella miniera di rame del Petit Monde di Torgnon, d'interesse bellico e gestita da FabbriGuerra una controllata del Ministero della guerra, dove aveva già lavorato prima del servizio militare. - aveva raccontato il figlio Walter in occasione del centesimo compleanno del papà - Al distretto, orgoglioso, invece di contadino o di operaio si dichiarò minatore. Per accontentare la richiesta della società mineraria che cercava urgentemente anche tra i soldati dei minatori, vista la sua qualifica, lo mandarono a casa in congedo provvisorio perché potesse lavorare nella miniera».