Miele, è un’annata nera: “Persa oltre metà della produzione”
Il 2021 non sarà un anno da ricordare per l’apicoltura italiana. Le gelate e i periodi di temperature basse e di vento forte hanno condizionato la primavera determinando la forte riduzione, se non addirittura in molti casi l’azzeramento, delle produzioni dei principali mieli primaverili. Pure la stagione estiva ha presentato condizioni meteo non favorevoli. Lo scenario è stato descritto dall’Osservatorio nazionale mieli che, sulla base dei dati raccolti dalla rete di rilevazione nei primi otto mesi del 2021, ha stilato il Rapporto delle prime valutazioni dell’andamento delle produzioni e del mercato.
La situazione di poca produzione di miele ha colpito anche la Valle d’Aosta. Gli apicoltori hanno dovuto intervenire quasi dovunque con la nutrizione di emergenza delle api. «Si parla del 60-70 per cento di miele in meno prodotto. - spiega Marcello Merivot, presidente uscente del Consorzio apistico Valle d’Aosta (le cariche sono in fase di rinnovo) - Tutto è dovuto alle forti gelate della primavera scorsa, in particolare del mese di aprile. Poi, mentre al Sud c’è stato caldo eccessivo, da noi si è riscontrato il freddo in montagna con grandi piogge e in molti casi grandine. In questi casi c’è da fare ben poco. In primis ha sofferto l’acacia e in montagna i millefiori e il rododendro. Il tarassaco praticamente non c’è, mentre il castagno si è salvato a macchia di leopardo. Parliamo di mieli importanti cui le produzioni, per quest’anno, sono ridotte all’osso. In ogni caso la qualità dei nostri mieli resta alta. Speriamo solo che questo sia un anno da dimenticare e non replicare in futuro, perché io non ricordo un’annata così, con le api che a fine maggio morivano di fame:e abbiamo dovuto nutrirle noi apicoltori».
Se di miele valdostano ce n’è poco, il parere comune è che la qualità è sempre ottima. Tanto che tre apicoltori nostrani sono stati premiati nell’ambito del Concorso “Tre gocce d’oro-Grandi Mieli d’Italia” riservato ai migliori mieli di produzione nazionale. Hanno ricevuto “Due gocce d’oro” l’azienda agricola Attilio Luboz di Saint-Pierre per il miele di castagno, la Maison agricole D&D di Daniela Daniela di Aosta per il millefiori di alta montagna e l’Apicoltura Corradi di Verrès. Sia l’azienda di Aosta che quella di Verrès hanno ottenuto pure “Una goccia d’oro”: la prima per il millefiori di alta montagna e per il millefiori con prevalenza di rododendro e castagno e la seconda per il millefiori di alta montagna.
«Io non ho più miele. Già finito. E così non potrò partecipare alla Sagra del miele in programma domenica 31 ottobre prossimo a Châtillon. - dice Attilio Luboz - Le mie api hanno patito molto la primavera scorsa, così non ho potuto fare il miele d’acacia. E neppure quello di tarassaco. In montagna sono riuscito fare qualcosa con il rododendro nel vallone Menouve a Etroubles, invece in Valgrisenche niente per via delle basse temperature notturne che hanno creato problemi alle fioriture. Mai vista una cosa del genere!»
«I riconoscimenti del concorso “Tre gocce d’oro” ci gratificano. - dice Fabio Cottin della Maison D&D - Però pur avendo miele di ottima qualità abbiamo prodotto il 75 per cento in meno dell’anno passato. È stata una stagione da dimenticare».
«Il miele è di ottima qualità, ma abbiamo dovuto registrare un 50 per cento in meno di produzione, a causa delle condizioni climatiche avverse della scorsa primavera. - sottolinea Fulvio Noro di Arnad - Le api hanno rischiato di morire di fame e abbiamo dovuto intervenire nutrendole noi. D’estate i temporali molto forti che hanno fatto abbassare le temperature possono andare bene per bagnare l’erba degli alpeggi ma noi apicoltori siamo penalizzati. Poca produzione significa poco magazzino e così non possiamo per quest’anno soddisfare tutte le richieste della nostra clientela».