"Messa del Te Deum" in Cattedrale, quest’anno canteranno solo gli uomini
La tradizione dell'ultimo dell'anno resta salda, almeno per quanto riguarda le celebrazioni in Cattedrale.
«Il 31 dicembre, tutti gli anni, monsignor Franco Lovignana presiede una Messa di ringraziamento, chiamata "Messa del Te Deum" in Cattedrale alle 18. - spiega Efisio Blanc, responsabile della Commissione diocesana per la Musica Sacra e direttore della Cappella musicale Sant'Anselmo - In genere si riuniscono la Schola della Cattedrale assieme ad alcuni cantori della cintura cittadina, però quest'anno, per rispettare restrizioni e distanziamento, canteranno solo uomini».
La celebrazione di giovedì 31 alle 18 sarà quindi dedicata alla musica in faux bourdon, caratteristica tutta valdostana cui Emanuela Lagnier ha dedicato uno studio e di cui David Mortara sta raccogliendo le testimonianze orali.
«In Cattedrale il Te Deum si canta da sempre, a differenza della Plaine di Aosta. - precisa Jefferson Curtaz, organista titolare, diplomato in Direzione di Coro e in Composizione al Pontificio Istituto di Musica Sacra a Roma, docente di Teoria dell'armonia e analisi al Conservatore di Aosta - Per tradizione, il Te Deum finale è nella versione trascritta dal canonico Amato Chatrian, ma abbiamo testimonianze che risalgono almeno al 1600».
«Il faux bourdon - continua Jefferson Curtaz - è l'antico canto popolare sacro valdostano a voci virili, basato sulla rielaborazione della melodia gregoriana. Era un canto di tradizione orale e improvvisato. Ora, anche se fissato su carta, il carattere di quella musica si può rivivere».
Nella Messa di fine anno, ci saranno altri brani in stile: «Oltre al Te Deum canteremo anche l'Agnus Dei in "tono pellegrino", dalle tradizioni del faux bourdon valdostano. - conclude l'organista e compositore Jefferson Curtaz - Inoltre aggiungiamo un Sanctus della Val d'Ayas: alla voce superiore si riconoscono, anche nella trascrizione, stilemi dell'improvvisazione».