Medicina di montagna, nuovo corso di formazione a maggio rivolto a professionisti italiani e svizzeri
Un corso di formazione transfrontaliera online sulla medicina d'alta quota dedicato ai professionisti della montagna fruibile su un'unica piattaforma in tre lingue, italiano, francese e inglese. È la ciliegina sulla torta del progetto Interreg Italia-Svizzera «Cime», acronimo di cooperazione per l'innovazione della medicina di montagna, di cui sono capofila l'Usl della Valle d'Aosta e il Grimm, le Groupe d'intervention médicale en montagne del cantone del Vallese, un'associazione di medici specializzata nella formazione della medicina di montagna, con la Fondazione Montagna Sicura e Hes-So Valais/Wallis, che si occupa di progetti di sviluppo software e soluzioni informatiche, in qualità di partner. Il progetto si propone di sperimentare nuove soluzioni di telemedicina tra la Valle d'Aosta e il Vallese per contrastare gli effetti dell'isolamento e del Covid-19 nei territori di montagna, dove spesso è complesso garantire la presenza fisica del medico e i pazienti sono distanti dagli ospedali. Il corso di formazione online dedicato a guide alpine, pisteurs secouristes, maestri di sci, guide escursionistiche e a tutti gli altri professionisti della montagna, italiani e svizzeri, si inserisce all'interno di questa cornice e sarà disponibile gratuitamente a partire dal prossimo mese di maggio. «È una formazione di altissimo livello - spiega Jean Pierre Fosson della Fondazione Montagna Sicura, partner del progetto - articolata in 8 moduli da 30-40 minuti ciascuno. Saranno trattati i temi dell'ipossia, ipotermia, traumatologia, cardiologia e neurologia e ciascun modulo proporrà un power point sonorizzato, un video apprenant in cui si spiega ad esempio come prendere in carico un trauma, un video animato con un approfondimento sul tema in forma ludica e un quiz finale».
Le modalità di iscrizione saranno rese note a partire da aprile. L'augurio è di rendere la formazione stabile anche nei prossimi anni ed eventualmente allargare la platea dei fruitori. Il progetto Cime, «si inserisce su un filone che rappresenta 15 anni di lavoro sulla telemedicina con questi partner», spiega Guido Giardini, direttore sanitario dell'Usl della Valle d'Aosta e presidente della Fondazione Montagna Sicura.
L'intento è anche quello di «sviluppare dei protocolli comuni tra territori confinanti sul trattamento delle patologie acute della montagna (mal di montagna, edema cerebrale e polmonare, ipotermia) o che insorgono in montagna (traumi, infarti, ictus) - prosegue - con i colleghi svizzeri stiamo mettendo a punto questi protocolli comuni per curare queste malattie oltre che formazione innovativa che utilizza metodi formativi su casi clinici particolari che riguardano queste patologie». Il direttore generale dell'Usl VdA, Massimo Uberti, sottolinea l'importanza dei rapporti transfrontalieri in ambito sanitario: «Per la nostra posizione geografica è per l'organizzazione sanitaria è fondamentale intrecciare rapporti con ciò che abbiamo intorno perché l'alternativa è isolarsi e regredire».