Mario Venturella, il coraggioso partigiano della banda Vertosan
Mario Venturella era nato il 17 aprile del 1924 a Lonigo, in provincia di Vicenza. Nel periodo della Resistenza, con il cambiamento di alleanza, non esitò a scegliere da che parte stare e decise di combattere nelle formazioni partigiane. Il giorno dell’armistizio, l’8 settembre 1943, si trovava a Verona. Rifugiatosi da alcuni parenti, dopo qualche tempo raggiunse in treno Aosta, viaggiando come clandestino sui carri merci.
La banda Vertosan
Trovò lavoro alla Cogne ma, per sottrarsi alle minacce dei fascisti, il 1° luglio 1944 entrò nella banda Vertosan a Saint-Nicolas comandata da Andrea Pautasso, il capitano Bert, e dove c'era già suo fratello Guerrino, più vecchio di lui di 8 anni. Il suo nome di battaglia era Roberto.
Guerrino era invece entrato all’inizio dell’estate 1944, accompagnato da un collega Guglielmo Boldrini che, come lui, lavorava in Cogne. Entrambi erano alle dipendenze di Giovanni Marchese, quadro inferiore allo stabilimento e presidente degli adulti di Azione cattolica.
Mario Venturella, come ricordato nel foglio notizie - in cui viene definito «Ottimo elemento che ha sempre compiuto il suo dovere ben meritandosi il titolo di partigiano» -, è fra i protagonisti del rastrellamento nazifascista del 30 luglio 1944 in quanto fece parte della squadra di Vedun, che la sera stessa di quella terribile giornata, si trasferì a Runaz, per poi salire verso Planaval.
Dopo l'attacco è passato, insieme a una parte della banda Vertosan, a Valsavarenche, sotto il comando di Rolando Robino e, anche qui, ha partecipato alla Resistenza nel momento cruciale in cui i nazifascisti riprendono le valli occupate nell’estate dai partigiani. Dopo questa fase di intenso impegno, durato dall’inizio di ottobre al 3 novembre 1944, successivamente all’attacco nazifascista passato alla storia come la battaglia di Cogne è costretto a rifugiarsi in Francia insieme agli altri partigiani di Valsavarenche e di Cogne. Potrà rientrare in Valle d’Aosta solo a guerra finita.
Testimone della Resistenza
Dipendente della Cogne, dapprima come operaio e poi, con il conseguimento del diploma di geometra, come impiegato, Mario Venturella viene ricordato come un uomo tranquillo e sorridente che, finché ha potuto, è sempre stato presente alla Messa nella cappella dei partigiani di Saint-Nicolas per commemorare gli amici persi per mano fascista nel combattimento del luglio 1944 e mantenere vivo il significato ed i valori della Resistenza. Numerosi i riconoscimenti che ha ricevuto negli anni, tra i quali la medaglia della Liberazione e una targa commemorativa realizzata in occasione del 75esimo anniversario della Liberazione, che ricorreva nel 2020, su iniziativa del Comitato regionale dell’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia-Anpi in collaborazione con la Presidenza della Regione. Nell’immediato dopoguerra si era sposato con Virginia Brunello, originaria di Sarego, in provincia di Vicenza, mancata nel 2012, che gli ha dato Paola, nata nel 1948, insegnante alle superiori di Storia e Filosofia, e nel 1954 Piergiorgio, ingegnere. Mario Venturella si è spento all’età di 99 anni nella sua abitazione in via Parigi, ad Aosta, domenica scorsa, 5 novembre. I funerali sono stati celebrati martedì 7 in Cattedrale. Lascia i figli Paola con il marito Piergiorgio Thiébat, genitori di Chiara, Benedetta e Matteo, e Piergiorgio con la moglie Laura Ragni, genitori di Marta.