Marino Pasquettaz, il partigiano che divenne l’orologiaio di Aosta

Marino Pasquettaz, il partigiano che divenne l’orologiaio di Aosta
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Partigiano, orologiaio e attivista del Partito Radicale. Lo spirito libero e ribelle di Marino Pasquettaz lo aveva spinto ad abbracciare la causa di Marco Pannella, noncurante del fatto che la sua fosse una voce fuori dal coro. E seguendo questo stile il 31 marzo del 2004 aveva dato grande risalto alla decisione di chiudere la Gioielleria Pasquettaz all’angolo tra via Festaz e via Collegio Saint Bénin ad Aosta. Sulle vetrine aveva affisso dei maxi cartelli in cui con scritte a caratteri cubitali ringraziava la clientela avvisandola che «Dopo 64 anni di lavoro autonomo chiudo». Un’attività che aveva nel sangue, dato che era nato ad Aosta il 26 aprile 1926 - il 4 marzo 1930 venne alla luce la sorella Nella - ereditando la professione dal padre Robert, orefice, e da Vittorina Fontana che nel 1918 avevano aperto il loro negozio in via Sant'Anselmo. Nel 1946 Marino Pasquettaz iniziò a lavorare insieme al papà Robert, poi all’inizio degli anni Sessanta si spostò nella nuova sede, che presto diventò un punto di riferimento non solo per gli aostani ma anche per una vasta e affezionata clientela proveniente da tutta la regione nonché da fuori Valle. Insomma, una nuova vita che iniziò dopo gli anni drammatici della guerra nei quali Marino Pasquettaz era il partigiano Cosmo-Ivan. Entrato nella 183esima brigata Lexert a Clavalité di Fénis, successivamente appartenne al distaccamento garibaldino di Cogne, inquadrato nella 87esima Brigata Valle d'Aosta, quinto battaglione, dal 14 giugno 1944 alla smobilitazione il 7 giugno 1945. I suoi genitori furono arrestati come ritorsione dalla Guardia nazionale repubblicana il 3 ottobre 1944. Il padre Robert fu deportato in un campo di lavoro vicino a Berlino, a Luckenwalde, dove lo liberarono i sovietici e fece ritorno in Valle d’Aosta nell'ottobre 1945. La madre Vittorina, imprigionata a Torino, venne successivamente rilasciata affinché potesse accudire la figlia Nella di 14 anni rimasta sola. Il partigiano Ivan stette a Cogne, allora zona libera, per lasciarla con compagni e civili per l'esodo verso Val d'Isère solo durante il secondo attacco dei nazifascisti, sferrato il 2 novembre 1944.

Fu membro fondatore dell'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d'Aosta ad Aosta il 5 aprile 1974, con altri 26 fra partigiani e uomini politici valdostani. Socio dell'Istituto, ne ha sempre seguito con assiduità l'attività. Gli anni della maturità lo videro impegnato in politica fino a ricoprire la carica di segretario del Partito radicale in Valle d'Aosta e, nella sfera privata, diventare padre di Isabelle, nata il 17 settembre 1996, dall’unione con Maria Saporito. Da tempo era ospite della microcomunità di Roisan e più di recente del Refuge Père Laurent ad Aosta dove si è spento serenamente lunedì scorso, 23 novembre. I funerali in forma civile sono stati celebrati ieri, venerdì 27, al Cimitero di Aosta.

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