Marialice Boldi: «Sull’accordo per la maggioranza l’Union Valdôtaine ha menato per il naso la Lega»
Nel giro di pochi giorni la Lega Vallée d’Aoste è passata da probabile forza di governo nella nostra regione alla débacle dei referendum ed ai risultati parecchio negativi per il partito del leader di Matteo Salvini nelle consultazioni comunali in Italia. Un bilancio molto negativo quello emerso dalle urne domenica scorsa per la Lega, che ha dato di fatto ragione agli unionisti che in questi mesi hanno dimostrato di non essere d’accordo sull’alleanza in Consiglio Valle con i leghisti di chez nous, adducendo tra le altre motivazioni proprio quella di individuare nella Lega un partito in crisi a livello nazionale. Dopo avere incassato le delusioni che nell’arco di 2 lunedì - dal Conseil Fédéral unionista di Fénis del 6 giugno allo spoglio delle comunali del 13 giugno - il segretario federale della Lega Vallée d’Aoste Marialice Boldi ritiene che la porta verso il mondo autonomista continui a rimanere aperta, essendo più che convinta che il governo dei 18 in Regione non durerà ancora per molto e che il suo partito non può essere messo all’angolo.
Signora Boldi, come mai non si è concretizzata l’alleanza di governo con gli autonomisti?
«Bisognerebbe domandarlo a loro e non a noi. L’Union Valdôtaine ci ha praticamente “menato per il naso” o almeno alcuni si sono comportati in tal modo. L’accordo era già fatto e concluso, anzi sono certa che una grande fetta di elettori unionisti ne era entusiasta. Con tutti quelli con cui parlavo mi dicevano che volevano questa alleanza, ma poi, dal mattino alla sera, è cambiato completamente il quadro e l’ipotesi di un governo con la Lega non è nemmeno stata posta all’esame e alla discussione del Conseil Fédéral a Fénis, una cosa inaudita.»
In realtà si dice che sia stata proprio la base unionista ad avere fatto saltare l’accordo.
«No, non è assolutamente così. Sono i vertici unionisti evidentemente che non conoscono la loro base. Io ho parlato con tanti di loro, unionisti della base, e non vedevano l’ora di vederci al governo insieme. Semmai sono stati gli altri autonomisti non dell’Union ad aver fatto più resistenza, come Alliance e Vda Unie.»
Quindi in sostanza di chi è la colpa di questo accordo già concluso ed invece rinnegato?
«Penso che l’Union non sia stata capace di spiegare bene l’accordo alle sue sezioni. Doveva evidenziare meglio che noi siamo diversi dalla Lega nazionale, che siamo più sensibili al territorio e alle tradizioni locali. Non dobbiamo dimenticarci che la Lega è nata da un’intesa tra Union Valdotaine, Bruno Salvadori e Umberto Bossi, quindi la matrice autonomista è la stessa, ma per partito preso noi dobbiamo restare all’angolo.»
Ripercorrendo la cronologia di questa crisi durata più di 2 mesi, cosa è andato storto?
«Allora, l’Union ha aperto questa crisi di governo ai primi di aprile e ci ha subito contattati. In verità abbiamo avuto solamente 2 incontri, che si sono svolti a maggio, e non ad aprile come tutti pensano. Il primo a metà mese nella sede del Mouvement e il secondo in Consiglio Valle alla fine del mese di maggio. Noi ci siamo presentati con la nostra commissione politica composta da Nicoletta Spelgatti, Paolo Sammaritani, Andrea Manfrin, Stefano Aggravi e chiaramente da me, mentre loro cambiavano di volta in volta i delegati. In un primo momento, come è stato giustamente riferito, abbiamo puntato ad avere 5 posizioni per un discorso pari dignità, poi eravamo disposti ad accontentarci di 4, tutti Assessorati, rinunciando alla Presidenza della Regione e alla Presidenza del Consiglio.»
Avete anche parlato dell’accordo per le elezioni politiche del marzo 2023 con l’accoppiata Nicoletta Spelgatti-Aurelio Marguerettaz?
«Non ne abbiamo mai parlato e colgo l’occasione per dire che questa è una vera e propria notizia inventata. Il discorso delle elezioni politiche lo abbiamo assolutamente lasciato perdere. Eravamo focalizzati a fare nascere un governo regionale per dare stabilità alla Valle d’Aosta e basta.»
Fa strano però che voi adesso vogliate partecipare a un governo con l’Uv quando vi siete proposti alle elezioni regionali del settembre 2020 proprio come loro antitesi.
«La Lega si è presentata come antitesi dell’Union Valdôtaine di un certo stampo, e non di quella di adesso. Noi abbiamo sempre voluto modificare le cose e considerato che l’Union, a nostro avviso, ha fatto molti passi in avanti verso una maggiore “democratizzazione”, eravamo disposti a cambiare idea su di loro. I “mai” in politica non esistono, si modificano talmente tanto gli scenari che un accordo lo si può trovare sempre. Quindi dato che l’Uv ha effettuato un processo di rinnovamento al suo interno abbiamo cambiato la nostra idea.»
La presidente dell’Union Cristina Machet però al congresso regionale del Partito Democratico tenutosi solo nel dicembre scorso ha detto che l’Union Valdôtaine è un movimento che ha lo stesso cuore del Pd, nemmeno questo vi turba?
«Sono cose che si dicono in certi contesti e lo possiamo comprendere, evidentemente Cristina Machet deve avere cambiato idea. Noi non siamo contro chi cambia idea, in politica molte volte si cambiano le idee, basti pensare a tutti coloro che hanno cambiato casacca anche in casa nostra.»
Adesso lei ha annunciato che farete un’opposizione molto dura in Consiglio Valle.
«Faremo un’opposizione come abbiamo sempre fatto, ovvero presentando le nostre istanze e senza andare ad uno scontro duro e diretto, perché non è nel nostro stile. La Lega valdostana è una forza che sa lottare ma ha sempre dimostrato buon senso ed i nostri consiglieri regionali sono stati molto collaborativi. Continueremo dunque a lavorare per presentare delle soluzioni per la Valle d’Aosta perché così come sta andando non va bene. Penso che nessuno sia contento di come siano state gestite le problematiche regionali dalle elezioni del settembre 2020 in avanti. Capiamo benissimo che si tratta di un periodo difficile e non vogliamo nemmeno sparare sulla Croce Rossa, passatemi il modo di dire, tuttavia teniamo a ribadire che siamo una forza politica nella quale prevale il buon senso e pertanto cercheremo di collaborare il più possibile.»
Se foste andati al governo con gli autonomisti cosa avreste fatto?
«Le tematiche tra noi e gli autonomisti sono comuni e le differenze di programma minime. Casomai la differenza sta nella modalità di applicazione e nelle modalità di soluzione. Noi siamo più decisionisti mentre l’Union è più attendista e forse “democristiana”. Gli autonomisti cercano sempre di accontentare tutti ma a volte la “non scelta” è un errore.»
Quindi riproverete ad andare al governo in Valle d’Aosta, è questo sempre il vostro obiettivo?
«Non spetta a noi riprovarci. Se ci chiamano noi siamo qui e siamo ancora disposti a collaborare. Non abbiamo detto “o ora o mai più”. Noi vogliamo trovare delle soluzioni ai problemi dei valdostani e non è pensabile di governare questa regione senza la Lega. Poi, vogliono andare avanti a 18 lo stesso? Che lo facciano pure, ma tanto sappiamo benissimo che non può durare perché ad ogni votazione basta che qualcuno abbia un mal di pancia e fa saltare il banco.»
Se la gestione attuale della Valle d’Aosta a vostro giudizio non va bene, perché negli incontri non avete chiesto al presidente Erik Lavevaz di fare un passo indietro?
«Per noi della Lega Erik Lavevaz, tutto sommato, si è dimostrato un presidente della Giunta capace. Si chiede di buttare giù qualcuno che ne ha fatte di tutti i colori però, a nostro avviso, lui si è sempre comportato bene e in buona fede. Non è uno che fa giochetti, di lui ci fidiamo.»
Il fallimento di questo progetto per portare la Lega al governo della Valle d’Aosta ha creato delle divisioni all’interno del vostro partito?
«Assolutamente no. Noi della Lega siamo granitici, ovvero siamo uniti e compatti. Questa storia della spaccatura continua sempre a venire fuori e c’è sempre di mezzo Stefano Aggravi, che sembra che possa lasciare la Lega da un momento all’altro. Siamo in 11 e 11 resteremo, anzi dopo come ci hanno trattato siamo ancora più uniti e determinati.»
Ad ottobre di quest’anno è annunciato il vostro congresso regionale, chi si candida per sostituirla come segretario, visto che lei ha già comunicato che non si ripresenterà per guidare la Lega valdostana?
«No, mi spiace annunciarlo ma per ottobre non riusciremo ad organizzare il congresso della Lega Vallée d’Aoste. Il nostro è pur sempre un partito nazionale e prima dei congressi regionali bisogna partire da quelli cittadini e poi dai provinciali in tutta Italia, che si sarebbero dovuti tenere entro giugno di quest’anno e che invece, per colpa della pandemia, sono stati tutti rimandati. Per vedere dunque un nuovo segretario regionale per la Lega in Valle d’Aosta bisognerà aspettare la primavera del 2023, questo è sicuro.»