Maria Pia Praz, la signora dell’hôtellerie valdostana Professionalità e regole precise

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Direttrice dal 1993 dell’Ecole H?telière de la Vallée d’Aoste, dove era docente dal 1964, «una scuola rigorosa che forma il carattere oltre a dare una professionalità», Maria Pia Praz ha dedicato un’intera vita a questo progetto, che ha visto nascere, crescere ed evolversi. E’ venuta al mondo il 6 maggio 1942 a Gaby (all’anagrafe risulta di Issime perché Gaby è Comune autonomo solo dal 1952) da Ester Praz e Maria Freppaz, nati entrambi a Gaby, rispettivamente, il 5 maggio 1901 e l’8 giugno 1903. Il papà Ester è mancato precocemente per un infarto nel febbraio del 1952, quando Maria Pia aveva appena nove anni, mentre la mamma è deceduta nel 1979. Aveva una sola sorella, Augusta Praz, del 1935, scomparsa nel 2011.

Delle scuole elementari, che raggiungeva a piedi oppure in bicicletta da Serta, villaggio tra Gaby e Issime, ricorda bene le maestre, Maria Nicco e suor Simone delle Giuseppine di Aosta, e il maestro Walter Stevenin, poi diventato direttore didattico a Pont-Saint-Martin. Ha frequentato privatamente le scuole medie, per accedere alle quali aveva sostenuto un esame a Châtillon poiché all’epoca non erano ancora scuola dell’obbligo: studiava a casa sotto la guida del professor Lino Bergesio di Moncalieri, residente a Gaby, dando gli esami da privatista a Ivrea. Dopo le medie, Maria Pia Praz si è iscritta alle magistrali di Ivrea, per volontà della mamma Maria, che insegnava nelle tradizionali scuole di villaggio, dove venivano impiegate le maestre avevano superato un esame di Stato, pur non avendo conseguito il diploma magistrale.

Tuttavia, Maria Pia non terminò il percorso per diventare maestra, perché preferì dedicarsi al turismo, iscrivendosi, per studiare e lavorare, alla scuola alberghiera regionale di Etroubles, fondata nel 1956 sotto l’egida della Regione Autonoma Valle d’Aosta dal professor Filippo Rigois, trasferito da Bellagio sul Lago di Como dove dirigeva la famosa Scuola alberghiera internazionale, ospitata dal Grande Bretagne Hotel, in accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione per creare appunto una scuola analoga, la prima in Valle d’Aosta, che fosse anche un albergo aperto al pubblico, nel quale gli allievi studiavano le lingue e le tecniche alberghiere e potevano anche fare pratica.

L’albergo messo a disposizione come prima sede della scuola si trovava appunto nella Valle del Gran San Bernardo, sul noto tornante di Etroubles e si chiamava A La Grande Rochère. La struttura aveva determinati standard per potere essere una scuola durante l’inverno e dal 1962 al 1973 un hotel aperto soloamente nella stagione estiva, dal 1° giugno al 15 settembre. «Eravamo precursori - ricorda Maria Pia Praz - dei restaurants d’application che si trovano in diverse scuole alberghiere, tipo quella di Genève, che diventano delle vere e proprie palestre per gli studenti.»

Dal 1956 al 1961 la scuola era solo maschile, non c’erano limiti di età, né era necessario avere frequentato le medie. Si trattava di un corso annuale. Poi il numero di allievi crebbe in modo esponenziale e, per poterli accogliere tutti, dal 1961 rimasero a Etroubles solo i corsi femminili, mentre per quelli maschili la Regione dovette affittare altri alberghi per poterli organizzare: la prima sede maschile fu a Palleusieux a tra Pré Saint-Didier all’Hotel Alpechiara, a disposizione durante l’inverno per i corsi e aperto al turismo solo d’estate. «Era difficile trovare degli alberghi disposti ad aprire d’inverno e con sale adatte a diventare aule per le lezioni teoriche» continua Maria Pia. Altre 2 sedi solo maschili erano a Pollein, all’Hotel Diana, e a Porossan, sulla collina di Aosta, l’Hotel Miravalle.

Dopo un anno intensivo, alcuni studenti partivano per gli stages all’estero - in Irlanda, Germania, Svizzera e Francia -, anche con l’obiettivo di imparare bene le lingue, altri andavano a lavorare sulle navi. «All’epoca di Etroubles, fino al 1974-75 i ragazzi andavano a casa solo nell’ultimo fine settimana del mese, era una scuola a tempo pieno, a regime convittuale, che doveva abituarli fin da subito alla vita dell’hotel, dove si lavora soprattutto il sabato e la domenica e nelle festività, oltre al fatto che all’epoca i mezzi di trasporto erano limitati. Se qualche genitore aveva la macchina poteva venire a trovare il figlio due ore la domenica pomeriggio. Fin da giovanissimi vivevano già un’esperienza totalizzante. Dovevano essere convinti della loro scelta, ma sono tutti sopravvissuti a questa esperienza...», sottolinea con un sorriso Maria Pia Praz.

Nell’anno scolastico 1973-74 alla Regione venne meno la sede di Etroubles, acquistata dalle Suore Giuseppine di Aosta, che la trasformarono in un pensionato per ragazze. Quindi l’Assessorato del Turismo decise di unire allievi e allieve nella sede del Miravalle a Porossan, che ristrutturata diventò dal 1974 al 1989 l’unica sede, con quaranta posti a regime convittuale. «Da quel momento - ricorda Maria Pia Praz - gli alunni andavano a casa ogni quindici giorni e la scuola diventò modulare. Fin dagli esordi gli allievi non pagavano null’altro che le divise, perché interamente sostenuti dalla Regione, poi dal 1973-74 sia dalla Regione sia, in primo luogo, dal Fondo sociale europeo. Per questo motivo ci siamo adeguati a ciò che prevedeva il Fondo, creando dei corsi modulari: l’allievo poteva frequentare uno, due o tre anni nelle tre specializzazioni, cucina, sala bar e ricevimento. Il primo anno, propedeutico e di orientamento, era dedicato a sala e cucina, poi doveva decidere se fermarsi e approfondire sala e cucina o se dedicarsi al ricevimento, oppure andare direttamente a lavorare.»

Nel frattempo, nel 1984 la Regione decise di costruire una scuola di proprietà, a Châtillon occupando parte del parco del Castello Gamba, dove i corsi iniziarono a partire dall’anno scolastico 1989-90. Si erano fatti degli studi sulla provenienza degli allievi e si era deciso per una località che fosse centrale nella regione. Nacque così la scuola regionale, con ben ottanta posti letto, in venti camere doppie maschili ed altrettante femminili. «Si era raggiunta la piena parità di genere. - dichiara orgogliosa Maria Pia - All’epoca di Etroubles in cucina si vedevano ancora solo gli uo-mini, perché era considerato un lavoro troppo duro per le donne, che invece imparavanoad occuparsi della sala e delle pulizie ai piani. A Châtillon gli allievi vivevano in un hotel a 4 stelle, erano tutte camere doppie con bagno e con la doppia scrivania per lo studio.»

A Châtillon gli anni obbligatori diventano tre, con la possibilità di altrettante qualifiche professionali di cucina e pasticceria, ristorante bar e vini, e ricevimento. Anche in questo caso il primo anno è di orientamento per conoscere tutte e tre le branche e per poi decidere a quale dedicarsi fino a ottenere la qualifica professionale. «Si entrava solo superando delle prove di selezione, a volte si presentavano candidati per il doppio dei posti disponibili, che non erano mai ottanta ogni anno. Gli allievi si alternavano tra materie teoriche - come italiano francese inglese e tedesco, psicologia del turismo, tecnologie commerciali e alimentari, contabilità alberghiera, geografia turistica e del territorio, igiene alimentare, legislazione italiana del settore, tecniche alberghiere nelle tre qualifiche, dattilografia e poi informatica - e pratiche. Chi seguiva la teoria era il “cliente” di chi seguiva la formazione pratica, facendo funzionare tutti i settori dell’albergo. Anche i ragazzi facevano le pulizie ai piani insieme alle governanti, che erano del personale esterno alla scuola e che insegnavano loro quel tipo di lavoro essenziale negli hotel. Tutti sapevano fare tutto. D’estate gli allievi svolgevano degli stages obbligatori in altri alberghi della Valle d’Aosta, mentre i migliori restavano nella sede della scuola per continuare a farla funzionare come albergo, anche in caso di ospitalità particolari. Per esempio, per una decina d’anni dal 1995, vi hanno alloggiato i calciatori della Juventus che facevano lì il ritiro estivo precampionato, avendo accanto il Palazzetto dello Sport. Tanti anche gli scambi culturali, con Belgio, Francia, Svizzera e perfino con il Quebec che ha potuto così conoscere e apprezzare la cucina valdostana.»

In questo contesto di alta professionalità e di regole precise, è stata travolgente la carriera professionale di Maria Pia Praz, che ha insegnato a Etroubles dal 1964 al 1968. Fino al 1974 è stata coordinatrice ed insegnante di francese a Porossan. Dal 1974 al 1993 vice-direttore e responsabile amministrativa, nonché esecutore dei progetti sostenuti dal Fondo sociale europeo e «non è stato per niente semplice». Dal 1993 la scuola diventò una fondazione e, da quel momento, Maria Pia Praz ne divenne la direttrice fino alla pensione nel 2011, raggiunta a sessantanove anni, con quarantasette anni di servizio sempre nella scuola.

A partire dal 2003 è stato creato anche l’Istituto professionale quinquennale, l’IPRA, nella seconda sede di Châtillon vicina alla stazione, per dare la possibilità agli studenti di arrivare alla maturità. Non era un convitto, ma solo una scuola, mentre l’Ecole H?telière offriva una formazione professionale alberghiera triennale, con alcuni percorsi integrati tra le due scuole. Un modello vincente, come dimostrano anche i numerosi premi e riconoscimenti ai concorsi nazionali ed esteri, che - dando la possibilità di fare vivere, studiare e lavorare gli allievi in un contesto che ha tutte le caratteristiche di un hotel a quattro stelle - consente di maturare competenze ed abilità manuali abbinate a conoscenze tecniche e linguistiche teoriche, un mix ideale per inserirsi in contesti lavorativi non appena terminata la scuola, con un tasso di occupazione per gli ex studenti pressoché totale.

«Ho dedicato la vita a questo progetto, lavorando fino a diciotto ore al giorno, perché quando si lavora con passione non ci si accorge della fatica, e senza chiedere neppure un giorno di mutua. Ho avuto la fortuna - conclude Maria Pia Praz, che è tornata a vivere a Gaby - di incontrare dei ragazzi che mi hanno lasciato dei ricordi indelebili, alcuni dei quali mi scrivono ancora oggi lettere piene di gratitudine. Ho potuto conoscere tre generazioni di allievi, stando per mezzo secolo a contatto con la scuola ed i suoi iscritti, che sono quasi diventati dei figli, non avendone avuti di miei.»

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