Maria Cristina Perruchon: quella memoria che sorprendeva e che ora riposa nella sua Cogne

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Quando nacque ad Aosta il 1° maggio del 1951, il padre Vincenzo, il popolare “Cento”, aveva da poco conquistato il terzo consecutivo argento nella 18 km dei Campionati Italiani Assoluti ed era già in piena preparazione per i Giochi Olimpici di Oslo del febbraio 1952. Maria Cristina Perruchon (foto) era la secondogenita dopo Roberto del 1950 del grande fondista “Cento” e di Rosina Jeantet, lui originario di Champorcher lei cognentse pura, con il papà Casimiro che in piazza nel suo negozio vendeva di tutto, dal carburo per le lampade della miniera ai pacchi di riso. Fu in quella bottega di una volta, tra la confusione ordinata di ogni tipo di merce, che Maria Cristina trascorse i momenti liberi dallo studio per aiutare nonno Casimiro e fu così che la sua mente sviluppò quella memoria che la rese famosa, memoria nel riconoscere ogni cliente, memoria per ritrovare le cose.

Quando aveva dodici anni, la famiglia visse il dramma della morte dei suoi fratelli Giuseppe e Maurizio, di cinque e sette anni, annegati nel torrente nel 1963, scomparsi tra la disperazione di tutti, cercati ovunque e poi trovati purtroppo proprio dal loro papà Vincenzo, che rimase segnato per sempre da quella tragica esperienza. Allenatore dell’Asiva e presidente dello Sci Club Gran Paradiso, poi proprietario con la moglie Rosina dell’Hotel Fior di Roccia davanti al grande prato di Sant’Orso, “Cento” vide la sua bambina crescere amando Cogne e le sue tradizioni. Dopo le medie Maria Cristina scese ad Aosta per diplomarsi ragioniera e nell’estate del diploma nel famoso locale di Arturo Allera, Lou Ressignon, conobbe Sergio Caregnato, che lavorava per la forestale dopo avere insegnato durante l’anno scolastico ai Geometri. Fu proprio un suo studente a dirgli “Guardi professore che bella ragazza”.

Nel 1972 si sposarono. Sergio in quell’anno, dopo avere frequentato il corso da allievo ufficiale alla Scuola Militare Alpina, stava prestando servizio come sottotenente. Nato nel 1947, aveva girato tutta la Valle d’Aosta con la sua famiglia perché il papà era maresciallo della Forestale: prima Brusson, poi Pontboset, quindi Courmayeur sino ai diciotto anni, infine l’ultimo trasferimento a Chatillon. Ed li che andarono a vivere con Maria Cristina, impiegata al Grand Hotel Billia e diventata mamma di Simone, che ora vive a Trento con il suo bambino Jacopo di cinque anni e la moglie Silvia. Nel 1973 Maria Cristina e Sergio iniziarono la loro avventura nella vendita del gas, prima con le bombole, subentrando alla Polma, con il deposito a Grand Chemin di Saint-Christophe, poi come concessionari dell’Agip fornendo sino al 2000 a migliaia di clienti anche il gas per il riscaldamento. Maria Cristina sapeva tutto di ognuno di loro, per lei mai dei numeri ma persone, con le loro esigenze e anche con i loro problemi, una donna affabile, sempre disponibile, con quella memoria che sorprendeva.

Per ragioni di lavoro lei e Sergio abitavano a Saint-Christophe però appena poteva voleva salire a Cogne, tra le montagne che conosceva meglio, dove incontrava gli amici di infanzia, i coscritti delle risate e della festa. Proprio a Cogne Maria Cristina Perruchon ha voluto tornare, dopo tanta sofferenza, per essere sepolta nel luogo che le è più caro. E’ avvenuto martedì scorso, 28 giugno, dopo che domenica la famosa memoria di Maria Cristina si è spostata in un’altra dimensione.

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