Marco Carrel difende Augusto Rollandin «Usate sempre lo stesso capro espiatorio»

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«È sempre troppo facile accusare gli altri, usando ormai da anni lo stesso capro espiatorio come scusa di tutti i mali». Parole di Marco Carrel, capogruppo in Consiglio Valle di Pour l'Autonomie. Dopo essersi sfilato dal tavolo delle trattative con i movimenti autonomisti progressisti, il partito autonomista di opposizione ha deciso di correre da solo alle scorse elezioni politiche candidando al Senato Augusto Rollandin, già presidente della Regione e senatore, risultato il terzo più votato con 7.272 preferenze. Per Marco Carrel, «queste elezioni hanno chiarito finalmente la realtà dei fatti e ora, risultati alla mano, non può che essere chiaro che qualcuno non ha mai voluto realmente dialogare con il nostro movimento perché aveva ed ha strategie politiche e piani diversi».

Il capogruppo di Pour l'Autonomie condensa un mese di campagna elettorale e i risultati ottenuti in un voto: 7 e mezzo. «Davanti a noi avevamo le 2 grandi coalizioni - spiega - una quella del centrodestra unito - per citare lo slogan così da non cadere in facili giudizi politici - con il vento in poppa dei risultati nazionali che li hanno visti raccogliere il 44 per cento dei consensi, e appena dietro la coalizione con il Pd e gli altri movimenti autonomisti che rappresentava di fatto la coalizione che da ormai due anni governa la nostra Regione». E poi «c'eravamo noi - aggiunge - che in 2 anni, con soli 2 consiglieri e sempre all'opposizione, con un partito autonomista senza alleanze nazionali né a destra né a sinistra, con una campagna elettorale che si è concentrata esclusivamente sulle nostre idee per la Valle d'Aosta e soprattutto mai denigrando nessun altro candidato - non so se tutti possono dire lo stesso -, abbiamo pressoché raddoppiato i nostri consensi». Per Marco Carrel, si tratta di «un gran bel risultato da cui ripartire e su cui continuare a lavorare per cercare di rilanciare realmente la nostra autonomia, che non può essere schiava dell'immobilismo perpetuo».

E conclude: «Non so cosa succederà alla politica regionale nei prossimi giorni, ma mi auguro che la politica in questa piccola regione la smetta di essere condita con odio e rancori personali e torni a discutere di temi importanti. Lo dico soprattutto ai giovani perché se non invertiamo questa rotta la politica sarà sempre più e solo una lotta di potere e quello sarà il punto di non ritorno per la nostra piccola comunità che merita molto di più».

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