Marco Biscione: «Ecco perché ho ritirato la mia candidatura a direttore del Forte di Bard»
Non è stato sicuramente l’ostacolo della prova di accertamento della lingua francese a fermare la corsa di Marco Biscione - già direttore di M9, il museo del Novecento nel centro di Mestre a Venezia - all’incarico di direttore del Forte di Bard, poi affidato all’unico candidato che si è presentato al colloquio, ovvero Luca Bringhen. Anzi, Marco Biscione conosce bene il francese, dato che in passato ha lavorato con incarichi prestigiosi a Bruxelles e a Strasburgo. Infatti Marco Biscione si è ritirato per una scelta personale dopo aver presentato la sua candidatura all’ultimo concorso, come era già successo in quello del 2021. Il motivo? «Avevo visitato il Forte di Bard e mi era piaciuto molto. - spiega Marco Biscione - Così nel 2021 ho inviato la mia candidatura. Poi, analizzando come erano articolate le prove della selezione, ho avuto l’impressione che non valutasse le reali competenze professionali che deve avere il direttore di un museo, piuttosto che la figura ricercata fosse quella di un direttore amministrativo. Lo stesso è accaduto per la seconda selezione, oltre a un equivoco sulla data della prova. Credevo che l’approccio fosse stato impostato in modo diverso, invece era uguale a quello precedente. Così in entrambi i casi mi sono ritirato». Marco Biscione evidenzia che «Queste considerazioni non devono in nessun modo, però, essere interpretate come critiche o polemiche verso la persona a cui è stato assegnato l’incarico che lo saprà sicuramente assolvere con grande capacità». Marco Biscione aggiunge che «Ripeto, non entro nel merito specifico, ma come discorso generale questo è un problema serio dei musei italiani. E non tanto a livello nazionale, grazie alla riforma Franceschini, quanto nel caso di Amministrazioni locali e Fondazioni che compiono scelte diverse puntando per la direzione delle loro strutture museali a un ruolo prevalentemente amministrativo invece che principalmente scientifico e culturale. È pacifico che il direttore debba avere competenze in entrambi i campi, che debba conoscere, per esempio, il codice degli appalti. Però per l’attività amministrativa potrebbe avvalersi, come avviene in diverse realtà, della collaborazione di un funzionario, per dedicarsi invece ad altri compiti che sono quelli più propriamente suoi, ovvero di indirizzo e di sviluppo dell’attività museale». Quindi Marco Biscione mette a fuoco un’altra anomalia tutta italiana. «Quando vi sono selezioni, poniamo, per medici, ingegneri, giornalisti o avvocati, - osserva Marco Biscione - nelle Commissioni di esame sono presenti persone che esercitano quelle professioni. Perché ciò non accade con i direttori di museo?». Un’analisi, quella di Marco Biscione, che - al di là del “caso” del Forte di Bard - può contribuire a innescare una riflessione utile sulle caratteristiche che deve avere chi opera ai vertici di un settore cruciale come quello culturale. Di sicuro c’è che Marco Biscione, residente a Tivoli, in provincia di Roma, anche se non è diventato il direttore del Forte di Bard tornerà presto in Valle d’Aosta, perché conosce bene la nostra regione - nella quale ha diversi amici - di cui ama i paesaggi, la storia e i tesori artistici nonché le piste da sci.