Marco Albarello nella leggenda dello sport italiano Il valdostano entra nella Walk of fame del Coni
La Walk of fame è un percorso lastricato di mattonelle con targhe celebrative per i più grandi campioni dello sport italiano al Foro Italico a Roma, da viale delle Olimpiadi allo Stadio Olimpico, e da giovedì prossimo, 26 ottobre, ci sarà anche un angolo di Valle d'Aosta tra i 140 giganti azzurri con Marco Albarello di Courmayeur, campione olimpico e mondiale di fondo ed attuale massimo dirigente del calcio valdostano. Il Coni ha istituito la Walk of Fame nel 2015 con 100 designazioni per intitolare le prime targhe, ne sono seguite altre anno dopo anno e si è arrivati così a 140, con le ultime 15 deliberate a gennaio e la cerimonia del presidente Giovanni Malagò appunto giovedì alle 12.30. Con il 63enne Albarello saranno anche i suoi compagni della staffetta d’oro di Lillehammer nel 1994 Maurilio De Zolt, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner, festeggiati nei giorni scorsi pure a Trento nel Media Day promosso dai giornalisti Diego De Carli e Elmar Pichler Rolle. À
Marco Albarello nella sua lunga carriera da atleta e maresciallo degli alpini in 4 Olimpiadi (Calgary, Albertville, Lillehammer e Nagano) e in 11 stagioni ha vinto 5 medaglie olimpiche (1 oro, 3 argenti e 1 bronzo) e ai Mondiali 1 oro, 2 argenti e 1 bronzo, con 1 successo e tanti podi in Coppa del Mondo. Sono poi arrivati commissario tecnico del fondo italiano nel 2006 il trionfo della staffetta azzurra ed i grandi risultati di Torino (Pragelato). Ho avuto il piacere di vivere da vicino, essere presente e raccontare le grandi emozioni della sua prima medaglia d' argento in staffetta a Seefeld in Austria il 27 gennaio 1985 con Giorgio Vanzetta, Maurilio De Zolt e Sepp Ploner e poi nei 3 momenti più esaltanti della lunga carriera di Marco: il 15 febbraio 1987 ad Obertsdorf in Germania quando vinse alla grande la 15 km dei Mondiali, 6 anni dopo il 9 gennaio 1993 a Ulrichen in Svizzera quando si impose nella 15 km di Coppa del Mondo sempre a tecnica classica e poi quel magico martedì 22 febbraio 1994 a Lillehammer (dove è stato grande protagonista anche a livello individuale) quando è arrivato il trionfo della staffetta con un valdostano, un trentino, un bellunese e un sappadino (allora veneto ed ora friulano) ad ammuttolire 230 mila spettatori norvegesi al Birkebeiner Stadium, a fermare per qualche minuto la Borsa di Oslo ed a rendere triste un’intera nazione regina da sempre dello sci nordico dopo la volata vinta da Silvio Fauner su "sua maestà" Bjorn Daehlie. Sono questi attimi, secondi, minuti, ore ed emozioni che chi era lì non potrà mai dimenticare. Il nome e la targa di "Alba" non poteva dunque mancare tra i grandi dello sport italiano al Foro Italico a Roma ed è arrivata anche tardi, troppo tardi, 29 anni dopo quel martedì, il giorno più bello di sempre del fondo italiano.