Marco Albarello: “Lo sci di fondo è da rifondare”
Il fondo italiano è in crisi e l’addio del direttore tecnico Marco Selle ha confermato tutti i problemi di un settore che - a parte i successi di Federico Pellegrino - vive ormai da anni una crisi profonda. Nessun ricambio generazionale, una squadra femminile completamente da inventare, la consapevolezza che dietro a Chicco vi sia il nulla, o quasi. Di questo hanno parlato per quasi 2 ore nei giorni scorsi Marco Albarello e il presidente della Fisi Flavio Roda in un incontro che è stato utile per vagliare l’eventuale disponibilità del dirigente di Courmayeur a riprendere il mano il settore. Albarello, dopo l’oro in staffetta alle Olimpiadi di Lillehammer del 1994, dal 2002 al 2007 guidò il fondo italiano, peraltro con ottimi risultati: come non ricordare le 2 medaglie d’oro della staffetta 4x10 km maschile e di Giorgio Di Centa nella 50 km e i bronzi di Pietro Piller Cottrer nell’inseguimento e della staffetta femminile in cui debuttava una giovanissima Arianna Follis?
Albarello conferma i pour parler con la Federazione e sorride quando gli si ricorda che - in politica - spesso e volentieri la prima persona che viene accostata a una certa carica è destinata a “bruciarsi” in fretta. “Sono fuori da 14 anni, anche se ho sempre seguito da vicino il mondo dello sci di fondo. Non so se questo avvicinamento porterà a qualcosa, so però che anche tanti Consiglieri federali mi hanno chiamato per chiedermi cosa penso dello stato di salute dello sci di fondo nazionale”. Una domanda che poniamo volentieri anche noi. “Credo che vi sia la necessità di ripartire dalla base, purtroppo negli anni le vittorie di Pellegrino hanno nascosto le tante difficoltà dell’intero ambiente. La parola rifondazione non è sbagliata, bisogna cambiare per ritornare a dare la possibilità ai nostri migliori giovani di potersi confrontare con i migliori. Sono un uomo schietto, conosco bene il fondo, so che negli ultimi anni le tante ingerenze politiche hanno penalizzato il mondo dello sci. La mia ricetta per tornare ai fasti di un tempo? Trovare un direttore tecnico che abbia la sua autonomia, che non debba sempre rispondere a questo o a quello: serve una persona capace e che abbia un’idea chiara di quello che vuole. Perché se non cominciamo oggi a programmare il futuro avremo ancora tanti dispiaceri”.