Marcia indietro del Comune: Cervinia non sparirà A Pollein località Autoporto diventa L’Île-des-Lapins
Se, dopo l’annullamento delle 4 gare della Coppa del Mondo di sci, l’intenzione era quella di catalizzare l’attenzione di tutti su Cervinia la sindaca Elisa Cicco è stata geniale, chapeau! Se invece, come sospettano molti, la stragrande maggioranza, si è trattato di una vigorosa quanto rapidissima marcia indietro, allora per il Consiglio comunale di Valtournenche e soprattutto per la sindaca Cicco la figuraccia è epocale.
Elisa Cicco è infatti riuscita a dare la colpa a tutti, meno che a se stessa, della decisione assunta all’unanimità dalla sua amministrazione durante la precedente consiliatura, guidata da Jean Antoine Maquignaz, con lei però seduta in Giunta. Decisione quindi unanime del Consiglio di Valtournenche per adottare le denominazioni ufficiali dei villaggi e delle località del suo territorio, poi inviata come previsto dalla normativa vigente del 1976 in Regione dove l’Esecutivo prendendo atto di quanto inviato dal Comune di Elisa Cicco ha approvato, con conseguente decreto numero 479 del 21 settembre 2023 del presidente Renzo Testolin, che - povero lui - si è visto attribuire tutte le colpe di una decisione in cui non c’entra nulla.
Quindi come anticipato da La Vallée Notizie già 2 settimane fa, sabato 18 novembre, Cervinia nella toponomia ufficiale non esiste più rimpiazzata da Le Breuil, che sostituisce lo storico (vigente dal dopoguerra) Breuil-Cervinia, introducendo peraltro l’inutile “Le” che proprio non ci azzecca niente. Ma tornerà Cervinia, stiano tutti tranquilli, perché la sindaca Elisa Cicco, raro esempio di coerenza, ha difeso la propria decisione fino a quando la polemica, scatenata da Fratelli d’Italia, non ha fatto il giro del Mondo, quindi lo spazio di qualche ora.
Qualcuno, denotando una scarsissima conoscenza della storia, ha pure insinuato di una correlazione tra il fascismo e il nome Cervinia. Niente di più assurdo. La denominazione Cervinia è stata e rimane ancora oggi una geniale operazione di marketing avvenuta a metà degli anni Trenta, dopo la costruzione della strada e la creazione degli impianti di risalita, in particolare la funivia di Plan Maison. Investimenti realizzati dalla società Cervino, in un luogo fino ad allora destinato ai pascoli e agli alpinisti, con pochi alberghi frequentati in estate e un pianoro di torbiere, con erba cattiva anche per le mucche che in lingua celtica è chiamato Breuil, tipica parte conclusiva di una vallata come ad esempio a Valsavarenche con Pont Breuil oppure a Rhêmes con Bruil.
Un toponimo che non avrebbe mai funzionato per il lancio della nuova stazione sciistica, quindi nacque Cervinia, un marchio più che un nome. E’ vero, il periodo era quello del capo del governo Benito Mussolini e di una spinta italianità, pertanto mai sarebbe stata tollerata una denominazione in una lingua diversa dall’italiano, ma neppure qualcuno si sognò di cercarla, tanto semplice era quel Cervinia, che evocava il Cervino, sinonimo di montagna per eccellenza, uno slogan di un’efficacia unica, rivolto - considerato il momento storico - esclusivamente alla clientela italiana, mentre dopo la guerra Breuil-Cervinia sarebbe diventata una stazione sciistica internazionale a cominciare dai britannici e dagli americani.
Ora nel dibattito planetario che si è aperto il Comune di Valtournenche si è trovato di fronte a 2 strade: quella di confermare e difendere la decisione presa probabilmente in modo piuttosto superficiale (ma qualcuno li legge gli atti prima di approvarli?) oppure quella di cercare di “tacconare” come si dice, venendo meno ai principi ispiratori della scelta. La marcia indietro però è stata clamorosa, come lo scaricabarile e il fuggifuggi dal problema.
Ora, anche chi è più attento alla cultura valdostana, capisce che il buon senso deve avere un suo peso in ogni decisione. Come è possibile che nessuno degli amministratori passati ed attuali di Valtournenche abbia pensato alle conseguenze di un tale atto? Ora correggere non è un problema, perché l’adozione della toponomastica non è un dogma, basta procedere ad una nuova deliberazione ed inviarla in Regione, dove la Giunta e il presidente Testolin manderanno avanti “il ritorno al futuro” di Cervinia, con il conseguente ripristino della denominazione Breuil-Cervinia (speriamo tolgano l’inutile e antistorico “Le”) e tanti saluti alla coraggiosa sindaca Cicco, la cui coerenza rimarrà negli annali di Valtournenche. Così si è deciso giovedì scorso, 30 novembre, al termine di una riunione in Regione.
Clamoroso di Pollein, scompare l’Autoporto
Il recente caso di Cervinia non è isolato, anche se logicamente è quello che ha catalizzato l’attenzione generale, compresi i tanti che hanno parlato senza conoscere nulla, come la ministra al Turismo Daniela Santanchè, con parole veramente irrispettose dell’identità culturale valdostana, che hanno dato fastidio a molti.
Ben più impattante è infatti la recente - e ormai in corso di attuazione - rivoluzione in atto a Pollein. Proprio nei giorni scorsi il Comune ha inviato a tutti i residenti le lettere in cui si dà conto della definitiva entrata in vigore dei nuovi toponimi. E le sorprese non mancano. Località Autoporto, così chiamata per essere stata a lungo la sede degli sdoganamenti delle merci provenienti dall’Europa prima dell’apertura delle frontiere e poi oggetto di un importante intervento di riconversione, che ospita decine di attività commerciali e industriali, non esisterà più. E’ diventata L’Île-des-Lapins. “L’isola dei conigli” è sicuramente più poetico dell’anonimo Autoporto, non c’è dubbio, ma chi lo ha inventato? Sarebbe bello sapere quali sono le radici storiche di una tale assurdità, perché è vero che decenni fa quella zona era spesso esondata dalle piene stagionali della Dora con la creazione di isole temporanee, ma ormai da tempo non ne vediamo più, anzi secoli fa quei terreni erano pure loro un Breuil come per Valtournenche, considerati pascoli acquitrinosi e di scarso valore.
Una rivoluzione che ha lasciato di stucco tutti, non solo perché la denominazione è anacronistica, visto che di Île-isole non ne vediamo (a parte quella ecologica) ma che è veramente illogica per tutti coloro che dovranno modificare i documenti delle proprie attività, a cominciare ad esempio dalla Heineken su milioni di lattine di birra, oppure da altre aziende importanti come la Lavanderia Industriale. Tuttavia, ormai la decisione è presa, anche perché il decreto del Presidente della Regione che approva le nuove denominazioni risale al luglio del 2022 e tutti i passaggi successivi per l’effettiva entrata in vigore sono stati compiuti.
Sempre a Pollein, una sorte simile tocca a località Eliporto, dove si trovano le strutture militari, che diventa un bucolico “Les Prés-de-Doire”, toponimo presente in alcuni documenti del Settecento. Anche il Capoluogo non esisterà più - e in effetti storicamente non è mai esistito: per l’agglomerato vengono recuperate le denominazioni Le Dregier, Le Plan-des-Crêtes e La Cisaz.
Il sindaco Angelo Filippini ammette di avere ricevuto alcune lamentele ma sottolinea come il Comune abbia seguito l’iter previsto dalla legge regionale. «Si tratta di uno studio partito ormai molti anni fa, addirittura con la precedente Amministrazione. - spiega Angelo Filippini - La Commissione per la toponomastica locale ha eseguito una ricerca storica recuperando i nomi originari delle località e come Comune ci siamo adeguati, anche perché il via libera definitivo è dato comunque dalla Regione. In effetti il Capoluogo a Pollein storicamente non esiste. E anche Autoporto, che cosa significa?». Non vi siete resi conto che la modifica dei toponimi avrebbe potuto causare dei disagi? «Certo, ci siamo posti il problema e, durante le riunioni con la Commissione del Brel, avevamo chiesto che si potesse mantenere tra parentesi la dicitura “Autoporto” accanto a L’Île-des-Lapins. E anziché Capoluogo avevamo proposto la denominazione unica di La Cure. La Commissione, basandosi sulle testimonianze storiche, ha però portato avanti la propria tesi e noi abbiamo accolto i risultati del loro studio. In fondo i nomi storici sono quelli e noi siamo una regione bilingue. Il nostro è sicuramente un caso molto diverso da quello di Cervinia…». Su una cosa il sindaco Angelo Filippini tranquillizza tutti: «I documenti non sono da rifare, le carte di identità rimangono valide con il precedente indirizzo. Verranno poi aggiornate alla scadenza».
Rimane comunque la curiosità. Da dove deriva il toponimo L’Île-des-Lapins, posizionata in un vasto pianoro all’envers che non figura così menzionato neppure nel Catasto Sardo del 1770? Che sia l’idea di un appassionato della fortunata serie televisiva “Il Trono di Spade”, con l’Isola dell’Orso, le Isole del Ferro e Roccia del Drago, oppure deriva da qualche film di Walt Disney o ancora dal fortunatissimo romanzo “La collina dei conigli” che appassionò negli anni Settanta una generazione di ragazzi. E’ certo che anche a Pollein il buon senso è diventato merce rara.