Manuela Bionaz, l’usciera che conoscevano tutti Precisa ed affidabile, nel 2009 divenne famosa

Manuela Bionaz, l’usciera che conoscevano tutti Precisa ed affidabile, nel 2009 divenne famosa
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Aveva una passione incredibile per i quiz televisivi Manuela Bionaz e martedì sera era davanti alla televisione a seguirne uno. L’hanno trovata così il mattino dopo, seduta sul divano con gli occhiali e gli occhi aperti, che purtroppo fissavano il vuoto nella sua bella casa, ristrutturata con cura, dalla quale la vista è magnifica, spaziando su tutta la valle centrale.

Da Cretallaz, villaggio della Montagne di Quart, dove abitava dalla nascita - il 10 giugno del 1960, 3 anni dopo la sorella Wilma - Manuela Bionaz sentiva lontani i rumori del mondo, ma la pace di questi splendidi luoghi per lei era anche una sordità non totale, comunque rilevante, che le causava pure un difetto nella pronuncia. Quindi la curiosità di quegli occhi azzurri era la voglia di esserci, di partecipare, di comprendere.

L’invalidità la portò in Regione, prima bidella, poi usciera al Palazzo di piazza Deffeyes. Piccola nella sua giacca grigia, precisa, attenta, rispettosa: Manuela Bionaz era una persona di grande affidabilità e malgrado la bassa statura e il fisico minuto nessuno poteva superarla per accedere ai corridoi senza permesso, inflessibile faceva sempre rispettare le disposizioni. Durante le commissioni all’esterno non si fermava mai a chiacchierare per una pausa, ma puntava decisa all’obiettivo e rientrava velocemente, pronta a riprendere i suoi compiti a Palazzo oppure ad uscire nuovamente.

Manuela Bionaz aveva un rispetto antico per le istituzioni e questo suo atteggiamento le aveva guadagnato la stima di tanti, come gli amici di Quart che l’avevano voluta “porte-drapeau” della sezione dell’Union Valdôtaine, sapendo - come poi successe - che su di lei si poteva sempre e in ogni situazione fare affidamento. Lo stesso modo di essere che l’aveva vista nel 2009 protagonista del riconoscimento dei due tedeschi che avevano abbandonato i figli ad Aosta e che grazie a lei, così attenta a tutto ciò che la circondava, avevano potuto essere rintracciati dalla forze dell’ordine.

Le sue ferie erano quelle per accudire la mamma Ovidia Apere, per tutti “Vivi”, e il papà Albino, che accompagnava ogni anno puntuale alla Foire de Saint Ours dove “Bino” all’inizio di via Sant’Anselmo, davanti alla selleria Meinardi, presentava i suoi bei collari intagliati per le capre, una passione che aveva sempre avuto, sin da ragazzo, su alla Montagne.

Dopo la scomparsa dei genitori, Manuela Bionaz aveva acquistato un piccolo alloggio in via Vevey, così da essere più vicina agli uffici regionali dove lavorava, tornando però in estate a Cretallaz, dove abitava stabilmente dal dicembre del 2020, quando era andata in pensione. Domenica per lei ancora un passaggio sorridente alla finale delle batailles de reines e martedì sera le ultime risposte date a voce alta al suo quiz preferito.

Mercoledì e giovedì in tanti sono saliti tra i colori dell’autunno della Montagne per salutare Manuela, nella sua casa in pietra e legno con il giardino sospeso che sembra volare verso la valle centrale. Un magnifico cielo blu le ha poi fatto da tetto per il funerale celebrato nella chiesa del Villair.

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