È mancato Igino Bajocco, ex assessore comunale e consigliere regionale anima della Feste dell’Unità
Un veneto comunista. Igino Bajocco, per tutti Gino, era cresciuto portandosi dentro questa grande contraddizione, lui figlio di una terra di radicati valori cattolici diventato un “mangia preti” in quegli anni Cinquanta quando il dualismo tra la sinistra, che fosse comunista e socialista, e la Democrazia Cristiana era una caratteristica della società italiana del dopoguerra. Nato a Pressana di Verona il 1° marzo del 1930, ad Aosta da ragazzo aveva scoperto nel mondo operaio del suo quartiere l’ideologia di giustizia e di equità sociale che non abbandonò mai più, tanto da iscriversi al PCI e alla Federazione giovanile comunista nel 1947. Così Gino Bajocco diventò un piccolo ingranaggio della grande ruota del Partito Comunista Italiano della Valle d’Aosta, un compagno che si prestava a qualsiasi compito, dal vendere il giornale L’Unità nelle vie del centro cittadino all’affissione dei manifesti, sino al compito che amava tanto di cuoco al festival dell’Unità, da cui gli derivò quel soprannome “Costina” che lo faceva sorridere ma anche lo inorgogliva, perché voleva dire che il suo lavoro lo sapeva fare pure davanti ad una griglia. Con i suoi capelli sempre lunghi e folti, un po' disordinati, l’accento veneto che non aveva mai perduto e la schiettezza della cultura popolare della quale era figlio, Gino Bajocco e il suo impegno soprattutto per gli ultimi della società di allora vennero apprezzati dai dirigenti del partito valdostano, che lo lanciarono candidandolo alle elezioni comunali aostane nel 1961. Non si sbagliarono e Gino Bajocco venne eletto ininterrottamente fino al 1975, per quattro mandati, durante i quali fu assessore comunale alla Sanità e Assistenza sociale dal 1970 al 1972, ai Lavori pubblici dal 1975 al 1976 e al Commercio dal 1977 al 1978. Proprio in quell’anno il PCI lo candidò alle regionali e lui venne eletto superando le mille preferenze, contando sempre su un zoccolo duro di elettori-amici che lo sostenne pure nelle due consultazioni successive, nel 1983 e nel 1988: proprio in quest’ultima legislatura raggiunse la soddisfazione personale di presiedere la commissione consiliare Servizi sociali dove si fece ancora una volta apprezzare per l’attenzione e l’impegno a favore della classi più povere e bisognose della popolazione valdostana.
Sempre in prima linea al Festival dell’Unità, prima in via Monte Solarolo poi al Tesolin, visse non in modo complesso l’evoluzione del Partito Comunista, rendendosi però conto che il passato era passato e che bisognava guardare al futuro. Così pur non sedendo più nel Consiglio Valle continuò la sua instancabile attività per gli altri, diventando dal 1993 al 2019 l’anima e il motore della Cooperativa Sociale degli Anziani per l’Autogestione, ricoprendo gli incarichi di consigliere, segretario e presidente, facendo chiaramente di tutto e coinvolgendo tutti. L’impegno in prima persona di Gino Bajocco ha fatto crescere nel tempo la cooperativa, diventata un punto di riferimento per ben millequattrocento soci.
Dalla moglie Ines Tillier, che con pazienza ha dovuto dividerlo con il Partito e con cui è stato sposato per sessantasei anni, mancata ad aprile del 2022, ha avuto i figli Rudi e Mara. I funerali di Igino Bajocco, mancato dopo una breve malattia la mattina di giovedì scorso, 29 giugno, all’Ospedale di Aosta, vengono celebrati in forma civile oggi, sabato 1° luglio, alle 10.30, al Tempio crematorio di Aosta.