È mancato Albano Filetti, fu presidente del Comitato per la gestione venatoria
«Amava e conosceva ogni angolo della Valle d’Aosta, forse più della maggior parte dei valdostani. Nessun luogo di questa regione sfuggiva alla sua attenzione e di essa ne ha percorso ogni sentiero e frequentato ogni località!». È così che Laura Filetti, commercialista di Aosta, descrive suo padre, Albano, mancato sabato scorso, 30 aprile, all’età di 89 anni, al J.B. Festaz dove era ricoverato da alcuni mesi in seguito alla rottura del femore e alla successiva riabilitazione. I funerali di Albano Filetti sono stati celebrati in forma privata, lunedì 2 maggio, nella chiesta di Saint-Martin-de-Corléans.
Albano Filetti era nato il 3 ottobre 1932 a Cologna Veneta, in provincia di Verona, località molto amata da lui e da Luisa Villani, una giovane ragazza dello stesso paese con la quale è convolato a nozze nel 1960. Dal loro amore sono nate le figlie Luisa e Elena che, insieme alla mamma, oggi ricordano un papà «buono con tutti, dal carattere sempre cordiale e sempre disponibile verso il prossimo».
Albano Filetti era giunto in Valle d’Aosta nel 1963. Da un paio di anni lavorava come consulente del lavoro in una società torinese. Fu per scherzo che, forte del diploma di ragioniere, partecipò a un concorso indetto dalla Banca CRT. Lo vinse e per lui si aprirono le porte della carriera di bancario in giro per l’Italia. Scelse un altro impiego al fine di poter dedicare più tempo alla famiglia.
«Papà - ricorda la figlia Luisa - rinunciò alla carriera per noi e decise di venire a lavorare ad Aosta. Gli fu offerto di entrare nella sede della CRT in Regione. Perché un tempo una filiale della banca si trovava all’interno del Palazzo regionale in piazza Deffeyes. Era lì che impiegati e operai regionali ritiravano gli stipendi ed era sempre lì che agricoltori, allevatori, impresari, e molte altre figure legate per lavoro alla Regione si recavano per pagare o incassare soldi. Lui, in quella filiale era il capo cassiere e ha lavorato fino al 1987, l’anno che andò in pensione. Nel 1989 io aprii lo studio di commercialista ad Aosta, in via De Tillier e lui mi è sempre stato vicino, lavorando al mio fianco fino 2016».
Albano Filetti è stato anche il presidente del Comitato regionale per la gestione venatoria dal 1992 al 1995. Era molto amico di Carlo Trossello, altro storico presidente del Comitato. Insieme andavano “a piuma”. Ad Albano Filetti non interessava andare alla lepre o agli ungulati. Per lui, portare in spalla il fucile non significava per forza cacciare. Per lui la caccia era un diletto: voleva dire osservare per ore, giorni, settimane, il cane fare “la ferma” e puntare il selvatico dopo averne percepito l’odore. Albano Filetti amava l’attività venatoria perché gli permetteva di entrare in simbiosi con il territorio. Ma Albano Filetti era anche un ottimo pescatore. E in estate si recava in quota dove lanciava la lenza nelle acque dei laghi alpini che conosceva come le sue tasche.