È mancato a 103 anni Girolamo Albanese, era “mastro Mommo”

È mancato a 103 anni Girolamo Albanese, era “mastro Mommo”
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È mancato alla veneranda età di 103 anni Girolamo Albanese, conosciuto come Mastro Mommo dato che per tutta la vita la sua professione è stata quella di falegname, prima al suo paese - San Giorgio Morgeto, in provincia di Reggio Calabria - e poi ad Aosta, dove giunse nel maggio del 1954. Gli anni della sua gioventù coincisero con la seconda guerra mondiale e furono segnati dalla deportazione in Germania nello Stalag XII-A, un campo di prigionia situato nella campagna che separa la città di Limburg an der Lahn e il villaggio di Diez, dopo essere stato catturato in Francia dove era di stanza la 13esima compagnia fotoelettricisti in cui prestava servizio con il grado di sergente maggiore e l’incarico di furiere. Liberato dagli alleati e rientrato in Italia grazie all’aiuto del compagno di prigionia Dario Pia di Montegrosso d’Asti, gli fu concessa la croce al merito di guerra. La fedeltà al concetto di patria lo accompagnò per l’intera esistenza, tanto che quando l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano visitò Aosta nell’ottobre del 2011 volle essere in prima fila per stringergli la mano, auspicando l’unità nazionale contro i venti secessionisti che spiravano in quegli anni. A San Giorgio Morgeto sposò il 10 febbraio 1951 la compaesana Tosca Siciliano - mancata il 26 aprile 2018 - dalla quale ebbe i figli Caterina, nata il 4 febbraio 1952 a Taurianova, bancaria in pensione, e Antonio, venuto alla luce il 7 marzo 1961 ad Aosta, impiegato regionale.

Nel capoluogo inizialmente lavorò alle dipendenze di Vincenzo Ammendolia, nella falegnameria in via Artanavaz. Quindi si mise in proprio, aprendo un laboratorio in via Priore Gal per poi trasferirsi in piazza Roncas. Profondamente religioso, incline ad aiutare il prossimo tanto che per una decina d’anni fu presidente della Società San Vincenzo De Paoli di Aosta, Girolamo Albanese amava l’arte e si teneva costantemente informato sull’attualità e la politica. Non ha mai avuto un’automobile e si spostava a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. Persona affabile, è stato un padre rigoroso che ha saputo trasmettere ai figli i valori in cui credeva come l’onestà, la solidarietà, il lavoro e la famiglia. Lucido e completamente autosufficiente, ha vissuto nel suo alloggio in viale Europa fino a 1 mese fa. È mancato nella microcomunità di Variney a Gignod sabato 8 ottobre. I funerali sono stati celebrati martedì scorso nella chiesa di Saint-Martin-de- Corléans e il parroco don Nicola Corigliano lo ha ricordato con parole affettuose che hanno lenito il dolore dei suo familiari.

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