Malice: la società Tsantì ha la sua reina

Malice: la società Tsantì ha la sua reina
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«Si è realizzato un sogno che inseguivamo da tanti anni…». La società Tsantì di Aosta ha finalmente la sua meritatissima reina regionale. E’ Malice, che domenica 22 ottobre alla Croix-Noire si è laureata regina di seconda categoria. Un successo che chiude un cerchio, a partire dal nome della bovina. «Dieci anni fa fu proprio un’altra Malice, di Piero Busso, ad “asfaltare” le nostre speranze» ricorda sorridendo Michel Charbonnier. E il pensiero torna a quell’incredibile 2013, quando 2 bovine della società Tsantì arrivarono alla finalissima della Croix-Noire ma Zara e Sambaion persero una dopo l’altra da Mélodie e Malice, entrambe di Piero Busso. Prima - nel 2010 - c’era stato il terzo posto di Pamplona. Dopo, il terzo ancora di Sambaion nel 2015 e di Malika nel 2017. E una lunga serie di quinti posti con Lupita, Sambaion, Zara, Altesse e infine, nel 2022, Liban. Tutto, tranne il successo. Che ora è arrivato, finalmente. Per la gioia della grande famiglia Charbonnier, a cominciare da Michel con papà Renato, mamma Rosalba Di Carlo, la compagna Arnela Pepelar e le figlie Ajne Noemie e Agnes di 8 e 6 anni che ora si coccolano Malice nella stalla di Arpuilles, da cui si gode un magnifico panorama sul centro di Aosta.

«Le abbiamo tentate tutte per avere finalmente una reina! - racconta Michel Charbonnier - Ad agosto siamo andati alla processione di Chaligne proprio con questa esplicita richiesta. Quando 4 giorni dopo Malice ha vinto l’eliminatoria di Bionaz, ho iniziato a credere che forse qualche speranza c’era. Quando poi la finalissima alla Croix-Noire è stata di nuovo con la stessa avversaria di Bionaz ho pensato: “O vinciamo stavolta o mai più!”. Tra l’altro Malice è nata il 13 novembre 2017 e il 13 e il 17 sono numeri fortunati. Insomma, questa volta tutto sembrava dalla nostra parte». Malice è stata protagonista di un concorso sensazionale, condotto sempre con autorità, anche contro avversarie molto quotate come Breganda di Gildo Bonin, di cui si è sbarazzata già al secondo incontro. Merito di una genetica di prim’ordine - la mamma è Mirò, acquistata vitella dalla stalla di Loris Diémoz mentre il papà è un toro della razza di Edy Gontier - e di una preparazione particolarmente curata, con l’estate nell’alpeggio di Didier Bieller a Valtournenche e tanta attenzione all’alimentazione e al peso.

«E’ un successo che dedico alla mia famiglia, a tutti quelli che mi aiutano, a cominciare dal “preparatore atletico e mental coach” Patrick Morandi, e all’intera comunità di Arpuilles» conclude Michel Charbonnier, che poi dal cuore riserva un’ultima dedica speciale: «E’ per Lauro Pont, che è mancato nello scorso mese di luglio: con lui ho imparato ad amare il lavoro dell’allevatore passando le estati nell’alpeggio di Met dai 7 ai 14 anni. Sono sicuro che anche lui, da lassù, ci ha dato una mano…».

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