Mal di testa, nemico invisibile e onnipresente A soffrirne è il 12 per cento dei valdostani
Il 12 per cento della popolazione valdostana soffre di mal di testa e sono ben 15mila le persone assistite dal servizio sanitario regionale per questa patologia. Sono gli impressionanti dati emersi durante la discussione del Consiglio Valle di giovedì scorso, 27 gennaio, durante la quale l’assemblea ha approvato all'unanimità una mozione sulla cefalea primaria, presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste.
Il testo impegna il presidente della Regione Erik Lavevaz a interloquire con i parlamentari valdostani e con la Conferenza Stato-Regioni per l'emanazione dei decreti attuativi della legge numero 81 del 2020 in materia di riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale.
«In Italia - ha detto il capogruppo della Lega Vallée d’Aoste Andrea Manfrin - almeno 8 milioni di persone soffrono di cefalea cronica, in prevalenza donne: chi ne è affetto ha una vita molto complicata, spesso non viene creduto e deve ricorrere ad antidolorifici senza effetti nel lungo periodo, con un costo annuo calcolato in 2.600 euro a paziente, con gravi difficoltà personali e professionali. Il 14 luglio 2020 il Senato ha approvato in via definitiva con 2 soli voti contrari il testo unificato del disegno di legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia invalidante. Tale testo punta innanzitutto a riconoscere tale patologia come malattia sociale e prevede inoltre che con decreto del Ministro della Salute, previa intesa in Conferenza Stato-Regioni, siano individuati progetti sperimentali atti ad analizzare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea. La legge nazionale approvata a luglio 2020 prevedeva dei decreti attuativi da emanare entro 180 giorni dalla sua pubblicazione e senza i quali la norma non è di nessuna utilità per i pazienti affetti da questa patologia».
«Abbiamo ricevuto una comunicazione da parte dell’associazione che si occupa di queste problematiche e che combatte accanto ai malati di cefalea cronica. - ha proseguito Andrea Manfrin - Ecco perché abbiamo presentato questa mozione in cui accogliamo le sollecitazioni dell’Alleanza Cefalalgici e chiediamo l’impegno del Presidente della regione a interloquire con nostri rappresentanti in Parlamento e in sede di Conferenza Stato-Regioni al fine di sollecitare l’emanazione dei decreti attuativi».
L'Assessore alla Sanità Roberto Barmasse ha ritenuto condivisibile la mozione. «La cefalea colpisce in Valle d'Aosta il 12 per cento della popolazione, con 15mila assistiti. - ha ricordato - Di questi, circa 1.200 persone soffre di una forma particolarmente invalidante con una manifestazione del malessere che supera i 4 episodi mensili a cui consegue il più delle volte l’abuso di farmaci e l’astensione dall’attività lavorativa che può portare all’assenza dal posto di lavoro anche per più di 2 settimane all’anno. Risulta pertanto chiaro che tale malattia può produrre impatti sociali di evidente rilievo. L'Usl della Valle d’Aosta è molto attenta a questa patologia, con un centro cefalee regionale attivo da 20 anni che svolge circa 400 visite all'anno, cui vanno sommate le urgenze. La cefalea deve essere diagnostica da uno specialista presso un centro accreditato e deve essere accertata da almeno un anno, trascorso il quale si può attestare la condizione invalidante. Il riconoscimento di invalidità per la cefalea è possibile non solo quando essa è conseguenza di un’altra malattia ma anche quando si tratta di un’infermità autonoma. Quest’ultima non è però riconosciuta dall’Inps come invalidante: tuttavia sussiste il riconoscimento da parte del sistema sanitario regionale e delle Commissioni medico-legali regionali che, grazie all’importante ruolo svolto dal centro cefalee regionale ed attraverso la collaborazione con la Regione Lombardia, ha portato a identificare le seguenti percentuali di invalidità: dallo 0 al 15 per cento per forme episodiche; dal 16 al 30 per cento per forme episodiche ma a frequenza medio-alta e con scarsa risposta al trattamento e forme croniche con risposta parziale al trattamento; dal 31 al 46 per cento per forme croniche refrattarie al trattamento. Dal 45 per cento in su l’invalidità consente di rientrare nelle categorie protette per il lavoro».
«Il centro cefalee ha partecipato alla sperimentazione di anticorpi monoclonali specifici ed è fra i primi in Italia per la somministrazione del farmaco in base alla popolazione residente. - ha continuato l’assessore Roberto Barmasse - L'Usl ha manifestato piena disponibilità a supportare il Presidente della Regione e l'Assessore nelle interlocuzioni per sollecitare l'emanazione dei decreti attuativi della legge numero 81 del 2020 e rendere attuativa la legge su tutto il territorio nazionale».