Maggioranza, lite sul programma con Elio Riccarand David Follien lascia il timone dell’Uv, l’appello degli eletti

Maggioranza, lite sul programma con Elio Riccarand David Follien lascia il timone dell’Uv, l’appello degli eletti
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David Follien, vicepresidente reggente dell'Union Valdôtaine dallo scorso settembre, ha rassegnato le dimissioni. La comunicazione al Comité féderal - resa pubblica ieri venerdì 22 gennaio - risale a otto giorni fa.

«Avevo accettato di fare il traghettatore del movimento a fine settembre per senso di responsabilità - spiega David Follien - visto il vuoto oggettivo che vi era al nostro interno dopo l'elezione in Consiglio Valle di alcuni nostri membri e avevo però chiesto di avere una piena legittimazione politica, affinché al movimento fosse riconosciuta la centralità: perché ciò che è stato fondamentale nella vittoria alle regionali è che l'Union era tornata sul territorio a parlare di politica ed ad essere centrale». Secondo David Follien «Ora ci si è dimenticati proprio della centralità del movimento, siamo di nuovo sbilanciati sugli eletti e nessuno si sta preoccupando di riequilibrare questa situazione. Io ci ho provato, con i miei limiti, ma evidentemente il mio lavoro non sta dando dei frutti perché questo riequilibrio non c'è».

«Queste dimissioni - aggiunge - servano per stimolare una riflessione, prima che sia troppo tardi». La scelta «Non è legata alle alleanze in Regione - spiega ancora David Follien - perché io ho appoggiato il lavoro fatto sia in Regione che in Comune e continuo a pensarla in questo modo» e nemmeno «al voto di fiducia del Senatore che condivido perché è un voto che è stato espresso cercando di fare gli interessi della Valle d'Aosta». «Per settimane - conclude - ho sollecitato internamente questo ragionamento, finché sono arrivato a dare degli ultimatum che sono sfociati nelle dimissioni che ho consegnato al Comité fédéral».

Di tutta risposta ieri - venerdì 22 - il gruppo consiliare dell'Union Valdôtaine ha diffuso una nota con la quale conferma «La stima nei confronti di David Follien» chiedendogli di «ritirare le dimissioni». I consiglieri regionali unionisti si mettono «A sua disposizione e a quella degli altri membri del Comité Fédéral per ridefinire insieme le modalità di una gestione straordinaria del movimento affinché si possa procedere al rinnovo degli organi statutari e alla convocazione di un Congresso nel rispetto delle norme anti-covid».

«Le elezioni regionali sono state un successo e una conferma per l'Union Valdôtaine - si legge nella nota - però hanno di fatto stravolto e modificato sostanzialmente l'assetto organizzativo del movimento che ad oggi conta ancora mille iscritti, tra cui numerosi sindaci e amministratori pubblici». «La ripresa dei contagi e le conseguenze socio economiche della pandemia - proseguono i consiglieri regionali dell'Uv - hanno condizionato l'attività amministrativa e il confronto politico fra eletti e movimento riducendo purtroppo il dialogo e la condivisione».

Il “no” di RiccarandLe dimissioni di David Follien e i «mal di pancia» nel Mouvement arrivano a margine di un periodo delicato per la maggioranza regionale. Nella serata di giovedì scorso, 21 gennaio, si è svolto l’atteso «faccia a faccia» tra il blocco degli autonomisti (Uv, Alliance Valdôtaine e VdA Unie, quattordici consiglieri regionali) e i colleghi di coalizione di Progetto Civico Progressista (sette consiglieri compreso un assessore, Chiara Minelli).

«Il nucleo politico PCP ha inviato venti giorni fa al presidente Erik Lavevaz una richiesta di incontro fra forze politiche della maggioranza per fare il punto dopo tre mesi. - spiega Elio Riccarand, portavoce in occasione dell’incontro di giovedì sera - In particolare volevamo chiedere un chiarimento sui rapporti degli autonomisti con la Lega, con la quale hanno approvato provvedimenti non condivisi da PCP.

Dall'incontro non sono venute risposte chiare ai due principali punti posti da PCP: l'atteggiamento degli autonomisti nei confronti delle iniziative dell'opposizione e la coerenza con il programma di maggioranza concordato a ottobre.

La posizione del Presidente della Regione è dialogante ed infatti al termine della discussione ha proposto e fissato un nuovo incontro fra un paio di settimane per approfondire i temi. Giustamente il Presidente ha messo l'accento sullo sforzo comune per far fronte alla pandemia e per ristorare le categorie economiche pesantemente danneggiate. Le posizioni espresse nella riunione dai capigruppo regionali dell'Uv e di Alliance sono invece in contrasto con lo spirito ed i contenuti definiti negli accordi di tre mesi fa. Hanno infatti affermato che il programma di legislatura va rivisto e che non intendono attenersi a tale programma. Ovviamente non possiamo accettare tale impostazione».

Un muro contro muro che riproduce fedelmente quanto avviene in numerose riunioni di Giunta, quando però diventa un «Chiara Minelli contro tutti». Con il disappunto crescente degli altri Assessori.

“Non accettiamo diktat”

«Certo, quando abbiamo firmato il programma, tre mesi fa, nessuno pensava di trovarsi oggi in questa situazione, di nuovo in questa emergenza Covid» conferma Albert Chatrian, coordinatore di Alliance Valdôtaine oltre che consigliere regionale. «E’ necessario rivedere le priorità dei prossimi sei mesi» aggiunge, puntualizzando: «Basta con le “bandierine” per segnare il territorio, non è il momento dei diktat» sbotta Albert Chatrian riferendosi a Elio Riccarand e, indirettamente, all’assessore Chiara Minelli, esponente della corrente riccarandiana nel gruppo PCP.

«Valutiamo invece positivamente - riferisce Chatrian - la volontà di costruire e la disponibiltà dei consiglieri del Pd e di Area Democratica» gli altri componenti del gruppo consigliare PCP per intenderci. «Sulla legge numero 11», la «anti Dpcm», «esiste da parte loro la volonta di elaborare un percorso per arrivare a una sua nuova formulazione, non in contrasto con il Governo nazoinale». Albert Chatrian conclude ricordando «che ci aspetta una sfida: capire come completare i ristori nazionali».

Rete Civica nel mirino

Sulla stessa linea Aurelio Marguerettaz, capogruppo dell’Union Valdôtaine in Consiglio Valle. «Dalla riunione - racconta - è emersa comunque la volontà di confrontarsi e di proseguire il percorso: in questo momento è necessario concentrare gli sforzi. L’unico aspetto critico è riconducibile agli atteggiamenti della componente di Rete Civica nel suo portavoce, che ha una concezione un po’ strana della politica. Ritiene che nel momento in cui non vi è una condivisione unanime di qualsiasi argomento, tutti si devono astenere. Se vi sono argomenti condivisi per il bene della nostra comunità, a prescindere dai ruoli di maggioranza e minoranza, i provvedimenti vanno approvati. Non possiamo perderci in guerre di posizione. L’altro argomento è il programma: è stato scritto nel periodo compreso tra le elezioni e l’insediamento del governo. Se noi riportiamo le lancette agli inizi di ottobre, la situazione pandemica e la situazione di crisi erano diverse da quella attuale. Anzi venivamo da una stagione estiva che aveva dato entusiasmo e energia al comparto turistico e alle aziende. Oggi quel programma - che rimane un documento di indirizzo per il governo - va obbligatoriamente analizzato. Non stravolto, però rivisto per ridefinire le priorità. L’agenda deve essere riscritta».

“Compromesso ragionevole”

«L’avvio di questa legislatura è stato caratterizzato dalla definizione di una maggioranza dove la componente autonomista, nei diversi schieramenti, si è ritrovata compatta sia nella condivisione dei programmi di governo che negli ideali. - afferma Corrado Jordan, capogruppo di VdA Unie - Questa situazione porta con sé un elemento di novità in quanto nel recente passato le contrapposizioni hanno visto gli autonomisti sovente troppo divisi. La naturale evoluzione degli accordi politici tra le forze autonomiste deve trovare forma, oltre che in un consolidamento delle azioni comuni all’interno del Consiglio regionale, in un percorso finalizzato alla ricomposizione del quadro politico e partitico da tempo previsto e ultimamente auspicato dalle basi. E’ innegabile che la maggioranza politica del Consiglio Valle sia caratterizzata da una relativa animosità che tuttavia non deve far preoccupare. In un normale confronto democratico è evidente che occorra mettere a fattor comune i punti di vista che non sono necessariamente univoci. Non c’è da stupirsi pertanto se si riscontrano all’interno di una maggioranza eterogenea posizioni non coincidenti e che necessitano di un confronto e di un'analisi che possono costituire un valore aggiunto all’interno di una normale dialettica politica. Il periodo attuale ha condizionato l’attività politica, la maggioranza in questi primi mesi di governo si è trovata di fronte all’emergenza sanitaria e alla necessità di agire in fretta in risposta ai continui cambiamenti generati sia dall’evoluzione pandemica che dalle indicazioni statali in termini normativi. Il momento di difficoltà legato all’evoluzione della pandemia presuppone che le forze politiche definiscano quanto prima un’agenda di attività e azioni che costituiscono elemento prioritario nel quale concentrare le energie con il fine di dare le prime risposte concrete alla nostra collettività. La convergenza politica qualora i punti di vista siano diversi, per ottenere risultati soddisfacenti, necessiterà in modo assoluto oltre che di una buona dose di pragmatismo, della capacità alla mediazione e di ricerca del “compromesso ragionevole” oltre che della fiducia reciproca».

“Serviva un confronto” «Un momento di dialogo anche franco, come ci sta: ci siamo raccontati delle cose che sono successe, delle priorità che ci sono, erano presenti anche molti assessori, e abbiamo valutato l'opportunità di continuare a incontrarci anche come forze politiche: rifaremo un'altra riunione tra un paio di settimane». Così la segretaria del Pd della Valle d'Aosta, Sara Timpano. «Avevamo bisogno di un confronto perché la questione del Covid ha complicato tutto, anche nella comunicazione» spiega ancora Sara Timpano, precisando che nel vertice «Non sono emersi nuovi punti su cui abbiamo divergenze».

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