Maggioranza, iniziata la verifica politica Ora è in discussione l’intera Giunta

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La lista della spesa. Così diversi consiglieri del fronte autonomista definiscono il «rapporto» che il presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha proposto loro nell’incontro di lunedì scorso, 14 giugno. Un «faccia a faccia» previsto dalla verifica politica iniziata la scorsa settimana in una pausa del Consiglio regionale. Progetto Civico Progressista ha inviato al Presidente un documento con la posizione del gruppo su alcuni temi quali le discariche, l’ospedale, la ferrovia, i collegamenti intervallivi, l’aeroporto o ancora la riforma della legge elettorale.

In prevalenza temi che riguardano l’Assessorato del Territorio e Ambiente, quello lasciato vacante dalle dimissioni di Chiara Minelli, seguita a ruota da Erika Guichardaz che aveva abbandonato la presidenza della commissione Servizi sociali.

E allora, visto che le puntualizzazioni riguardano soprattutto l’ex Assessorato di Chiara Minelli (ora seguito dal presidente Erik Lavevaz con l’interim), gli autonomisti rilanciano: facciamo un tagliando a tutto il programma. Il che vuol dire che sarà necessario più tempo, e per questo prende corpo l’ipotesi che si andrà facilmente al prossimo autunno, dopo la pausa estiva. E anche che magari la verifica non porterà semplicemente alla sostituzione (o al ritorno) di Chiara Minelli all’Ambiente (anche se la divergenza con gli autonomisti sul collegamento intervallivo tra i comprensori sciistici del Monte Rosa e del Cervino pare insormontabile), ma a una messa in discussione di tutti gli Assessorati.

Dalla loro, gli autonomisti hanno la sensazione che dei 7 di Progetto Civico Progressista, almeno su 5 possono contare. Il che vuol dire meglio andare avanti con una maggioranza a 19 solida piuttosto che con una a 21 zoppicante. E non si escludono «maggioranze variabili» su determinati temi, segno di una riconquistata centralità da parte del Consiglio Valle.

Rollandin rischia di nuovo la Severino?

È attesa lunedì 20 settembre la sentenza della Corte d'appello di Torino sul processo di secondo grado per un presunto giro di corruzione in Valle d'Aosta, per il quale sono imputati, tra gli altri, l'ex presidente della Regione, Augusto Rollandin, consigliere regionale di Pour l'Autonomie, il grossista alimentare Gerardo Cuomo e l'ex consigliere delegato del Forte di Bard, Gabriele Accornero. Tutti e tre, nel marzo 2019, sono stati condannati in primo grado dal tribunale di Aosta.

In primo grado, ad Aosta e con rito abbreviato, Augusto Rollandin era stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici; Gabriele Accornero a 4 anni, 6 mesi e 20 giorni; Gerardo Cuomo a 3 anni e 8 mesi. Sono imputati anche Simone D'Anello, libero professionista di Aosta (condannato in primo grado a 2 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione), Salvatore D'Anello, artigiano edile aostano (5 mesi e 10 giorni) e Davide Bochet, imprenditore di Saint-Pierre (5 mesi e 10 giorni), per i quali Avenati Bassi ha chiesto la conferma della pena di primo grado. In base alla legge Severino, Augusto Rollandin, oggi consigliere regionale di opposizione con Pour l’Autonomie, in caso di condanna sarebbe sospeso dalla carica per 12 mesi; dopo la sentenza di primo grado era stato sospeso per 18 mesi, a cavallo tra la passata legislatura e quella iniziata a ottobre 2020.

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