Lupi attaccano una mandria di bovine a Bionaz

Lupi attaccano una mandria di bovine a Bionaz
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Yves Jordaney, giovane allevatore di Bionaz, non dimenticherà facilmente l’incontro molto ravvicinato con due lupi mentre era al pascolo con le sue bovine - una settantina da latte e una trentina tra manzi e vitelli - nell’alpeggio Pralet, situato a valle della diga di Place Moulin. Il fatto si è verificato domenica scorsa, 18 luglio, intorno alle 9 del mattino. A raccontarlo, a poche ore dall’accaduto e con la voce che lascia trasparire il terrore per il rischio corso, è lo stesso Yves Jordaney, che chiaramente ha segnalato il fatto pure agli uomini della stazione forestale di Valpelline.

“Stavo pascolando i miei animali. - spiega Yves Jordaney, che conduce l’alpeggio insieme ai fratelli Walter ed Egidio - Con me, come tutti i giorni, c’erano i miei cinque cani di guardia, tra cui due pastori maremmani. Ero girato di schiena, due lupi usciti dalla boscaglia alle mie spalle, sono passati davanti i miei piedi e subito si sono attaccati con i cani. I due maremmani hanno risposto all’attacco di un primo lupo per difendere le bestie. L’altro, invece, ha attaccato il cane più anziano: per difenderlo sono riuscito a colpire con un bastone per due volte il predatore. Solo così sono riuscito a farlo andare via, mentre l’altro continuava a battersi con i due maremmani. Tutto è successo non solo davanti ai miei occhi, ma praticamente a pochi centimetri dalle mie gambe. Per fortuna i cani non sono stati feriti. Spero che chi di dovere adesso prenda provvedimenti, perché non è normale che animali del genere arrivino a sfiorare una persona. Mi chiedo cosa sarebbe successo se anziché solo due ce ne fossero stati di più. Ciò che è successo a me potrebbe succedere a chiunque. E già tre settimane prima, complice un attacco predatorio, abbiamo perso un vitello e un altro lo abbiamo dovuto sopprimere perché ferito gravemente. Quest’anno è la quarta volta che vedo il lupo, ma quanto mi è successo domenica scorsa mi terrorizza: subito ho reagito per difendere i miei cani, ma poi ho sentito tremare le gambe per la paura. Sono arrivato a stento a casa e non riuscivo neppure più a parlare. Adesso so che dovrò sempre guardarmi alle spalle”.

“Quelli di Yves Jordaney non erano animali lasciati soli al pascolo, anzi. - sottolinea Edi Henriet, direttore dell’Association Régionale Eléveurs Valdôtains - Bisogna che qualcuno faccia qualcosa. Molti allevatori cominciano a pensare di non andare più in montagna”.

“È stata attivata una delle squadre di agenti forestali impegnata nell’ambito del progetto Life WolfAlps che sono dedicate a questo tipo di situazioni. - spiega Luca Dovigo, comandante del Corpo forestale della Valle d’Aosta - Verrà effettuato un monitoraggio attento in quella zona per capire se quello di domenica è stato un episodio di contatto ravvicinato isolato e se vi sono degli altri esemplari che si aggirano in quella zona. Seguiremo il più attentamente la questione e daremo anche assistenza a questo allevatore che, effettivamente, ha giustamente intimorito da una situazione molto particolare”.

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