Lunedì scorso San Francesco de Sales, patrono dei giornalisti

Lunedì scorso San Francesco de Sales, patrono dei giornalisti
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La Cattedrale di Aosta ha ospitato, lunedì scorso, 24 gennaio, i giornalisti cattolici aderenti all’Associazione regionale dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana, che si sono ritrovati a festeggiare San Francesco de Sales, patrono dei giornalisti, degli scrittori e del Seminario diocesano. La Messa è stata presieduta da monsignor Franco Lovignana. Erano presenti il consulente ecclesiastico Ucsi don Daniele Frimaire e fra Marcello Lanzini, responsabile per la formazione permanente del clero e delegato diocesano per il diaconato permanente. Alla celebrazione, promossa in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la cultura e le comunicazioni sociali, ha preso parte un buon numero di giornalisti, di operatori della comunicazione oltre a diversi fedeli.

«Celebrare la festa di un Santo Patrono - ha detto il Vescovo di Aosta nell’omelia - significa anche guardare a lui come a un esempio da imitare. Il tempo in cui vive, così aspro e divisivo, il difficile ministero che gli viene affidato, i contrasti che ha dovuto subire e il suo stesso carattere avrebbero potuto fare di Francesco de Sales un uomo amaro, un predicatore severo e sferzante. Ecco invece un uomo mitissimo, riconciliato con il suo tempo, al quale tuttavia non si è arreso, un pastore zelante che ha saputo sempre presentare la bellezza della fede e dell’appartenenza alla Chiesa cattolica, senza fare sconti, richiamando alla verità tutta intera e promuovendo relazioni improntate al rispetto e alla dolcezza e questo anche verso coloro che gli si opponevano con violenza».

Per il Vescovo di Aosta rileggere la vita di san Francesco de Sales suona come un programma di vita per ogni cristiano, di ministero per ogni sacerdote, di impegno professionale per gli operatori della comunicazione.

«Un programma che può essere racchiuso - ha proseguito monsignor Franco Lovignana - in due parole verità e mitezza: verità delle cose, verità del conoscere, del comunicare, verità di Dio; mitezza che è innanzitutto vittoria su di sé, sui propri impulsi, rifiuto della violenza in tutte le sue forme, anche verbali, scelta della ragione nel conoscere e dell’argomentazione nel confronto. Per noi, sempre oscillanti tra rigidità e politicamente corretto - queste mi paiono le cifre del panorama culturale del momento - si tratta di una proposta seria, impegnativa, stimolante».

Dopo aver analizzato alcuni aspetti della vita interiore di San Francesco, che gli hanno permesso «di essere uomo e pastore fermo nella dottrina e nei principi, mite e carismatico nei rapporti» il Vescovo ha ricordato quanto detto dal Prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, a proposito dei media cattolici: «Essere cercatori di verità, esercitare l’arte di vedere prima di raccontare, comprendere prima di riassumere, saper vedere oltre l’apparenza, vedere cose che altri non vedono, raccontare cose che altri non raccontano, capire i segni dei tempi, mettere in rete quello che altri scartano, vincere l’indifferenza interpellando e interrogando».

Questa esortazione appare perfettamente in linea con il pensiero di San Francesco de Sales, ancora oggi una voce attuale a quattrocento anni dalla sua morte, avvenuta il 28 dicembre 1622.

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