Luigi Elia, l'ex custode dell'Ipr a cui la Tv aveva cambiato la vita

Luigi Elia, l'ex custode dell'Ipr a cui la Tv aveva cambiato la vita
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Gigi Elia, all’anagrafe Luigi, ad Aosta - e non solo - lo conoscevano praticamente tutti. E tutti gli volevano bene. Nella sua vita era stato tipografo, meccanico, cuoco e, infine, bidello, prima alle magistrali, poi alle medie di Pont-Saint-Martin e, quindi, all'Ipr del capoluogo regionale. Negli ultimi anni riparava le biciclette in un garage del Centro direzionale Le Miroir in regione Borgnalle, praticamente sotto la redazione de La Vallée Notizie. Incontrarlo ti metteva di buonumore: aveva sempre la battuta pronta e un sorriso sincero gli illuminava il volto al momento dei saluti.

Luigi Elia, purtroppo, è un’altra delle tante, troppe vittime del Coronavirus. Soffriva già di altri seri problemi di salute e dopo essersi ammalato si è spento nel giro di 2 settimane. È mancato all’età di 76 anni martedì 20 aprile, nel Reparto di Rianimazione dell’Ospedale regionale “Umberto Parini”. I funerali sono stati celebrati ieri, venerdì 23, nella chiesa parrocchiale di Pollein.

L’esistenza di Luigi Elia è stata per molti versi rocambolesca, a tratti avventurosa come un film, tanto che era stato pure un personaggio del piccolo schermo. La televisione, però, non gli aveva regalato il successo, che a dire il vero nemmeno cercava, ma un traguardo infinitamente più prezioso: la felicità. Era un uomo sereno, umile e altruista, Luigi Elia che ha affrontato le innumerevoli traversie che la vita gli ha riservato senza mai perdersi d’animo. L'ultima volta che i riflettori di uno studio televisivo si sono accesi sulla sua incredibile storia è stata nell’ottobre del 2011, quando partecipò alla trasmissione allora condotta dal compianto Fabrizio Frizzi "I soliti Ignoti", in onda su Rai Uno. Il suo nome era tra quelli dei candidati alle selezioni torinesi per un altro programma molto popolare in quegli anni: "Affari tuoi". Per il famoso "gioco dei pacchi", che potevano contenere fino a cinquecentomila euro, Gigi Elia non era stato chiamato ma, in compenso, lo avevano convocato per interpretare una delle 8 "identità nascoste". Quella sera il concorrente in gara doveva indovinare chi fosse tra le persone sul palcoscenico quella che 30 anni prima aveva partecipato al memorabile programma "Portobello", condotto dal celebre e indimenticato Enzo Tortora. Risposta da 2.000 euro "centrata": si trattava proprio del numero 2, ovvero di Luigi Elia, l'ex custode dell'Ipr di Aosta che nel dicembre del 1980 era stato protagonista della rubrica "Fiori d'arancio", dedicata alla ricerca dell'anima gemella. Fu proprio grazie a Tortora e al suo programma che Luigi Elia conobbe la compagna di una vita, Vincente Cafieri, usciera alla Biblioteca regionale di Aosta, sposata il 6 marzo 1982, con cui ha cresciuto i figli Fabio, nato il 9 gennaio 1984, dipendente della Heineken di Pollein, e Jasmine, venuta al mondo il 21 giugno 1984, assistente sociale a Pavia. Luigi Elia era solo e voleva farsi una famiglia, perciò scrisse a "Portobello". Era certo che la sua lettera sarebbe stata cestinata. Invece, pochi giorni dopo, fu invitato alla trasmissione. E il suo racconto commosse milioni di spettatori. Nel 1980 Luigi Elia era in Italia da 6 anni. Per 21 aveva vissuto in Eritrea, dove era venuto alla luce l’8 febbraio 1945, ospitato dall'orfanotrofio francescano San Giuseppe di Asmara. Lì aveva studiato l'italiano e imparato il mestiere di tipografo. Fu la curiosità di scoprire chi fossero i suoi genitori a spingerlo, nell'agosto del 1974, ad abbandonare l'Africa e a partire per quella che sarebbe diventata la sua patria. Risalito all'identità del padre grazie al certificato di battesimo, Luigi Elia riuscì a legare la figura paterna ad un nome, quello di Giovanni Elia, soldato del Regio Esercito in Africa Orientale e residente a San Giorgio Morgeto, in provincia di Reggio Calabria. Giunto a Roma in aereo, Luigi Elia andò a Milano, dove trovò lavoro in un'impresa di traslochi. Quindi la decisione di recarsi a San Giorgio Morgeto per conoscere il padre. Un incontro che lo preoccupava ma ogni paura sparì dopo un'accoglienza calorosa e commossa da parte del genitore e dei suoi fratellastri. In Calabria Luigi Elia si fermò 10 mesi, lavorando con i suoi parenti che avevano una ditta di trasporti. E fu proprio in occasione di uno dei tanti viaggi che arrivò casualmente ad Aosta e decise di stabilirsi nella nostra regione. Dal settembre del 1975 in poi furono diversi gli impieghi di Luigi Elia e quello di bidello all’Ipr fu l’ultimo prima di andare in pensione nel 2010. Una storia, quella di Luigi Elia - che era un grande tifoso della ferrarese Spal e del Milan -, in cui stupiscono la determinazione e l'ottimismo nell'affrontare ogni sfida. La televisione è stata quindi capace di cambiare il suo destino ma le luci della ribalta non hanno mai oscurato i princìpi di onestà, semplicità e grande forza di volontà che hanno orientato le sue scelte.

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