Luciano Seravalle, mani d’oro e piedi da campione

Luciano Seravalle, mani d’oro e piedi da campione
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In occasione della scomparsa di Luciano Seravalle, pubblichiamo un ricordo scritto da Nunzio Santoro, suo compagno di squadra nell’Aosta anni Settanta.

Del calciatore, del buon calciatore Luciano aveva tutto. Testa, fisicità, inventiva, carattere: qualità essenziali perfezionate da maestri della Scuola Calcio Toro, quella del vecchio Filadelfia fucina di grandi giocatori. Insomma, elemento con bagaglio tecnico di livello. Ma le dinamiche per avviare percorsi superiori ad una seppure qualitativa Serie D Semiprofessionisti come l’Aosta degli anni Settanta spesso sfuggono e sono figlie di coincidenze fortuite tanto che, come altri promettenti calciatori, il palcoscenico più importante lo visse al Puchoz.

Certamente non poco, ma neppure il tutto. Noi rossoneri eravamo squadra tosta, abituata a lottare di spada, con il Puchoz nostro fortino, sostenuti da tanti tifosi. Spettacolo. Allora molti i valdostani in campo. Tognonato, Gallizioli, Barone, Degioz, Santoro, Berlati, Michelini che con altri giovani in crescita erano lo zoccolo duro di un buon complesso innervato da pochi, validi innesti di fuori Valle come Olivetti, Furlan, Calvi. A completare questo organico c’era già Luciano Seravalle, “naturalizzato” e integrato a meraviglia nella notra regione da tempo perché, apprezzato in campo e fuori, aveva ottenuto importanti soddisfazioni sportive ed affettive.

Bravo calciatore si diceva, centrocampista d’ordine che non disdegnava incursioni profonde, dalle giocate semplici, sapienti con intuizioni rapide operava nella zona dove si contrastano le idee degli avversari e dove si gestiscono le proprie.

Ruolo determinante per l’economia del gioco, impegno per giocatori capaci e intelligenti. Per lui.

La completezza della sua figura si notava nello spogliatoio, luogo sacro per gli sportivi, dove si fa squadra, e lo viveva in simbiosi di un gruppo di alte qualità morali, dividendo risate o lacrime sempre con il fine di essere orgogliosi di vestire la maglia rossonera. E lui l’ha sempre onorata.

Luciano, nostro compagno indimenticabile. Per sempre uno di noi.

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