Luciano Caveri: «Enormi potenzialità dalla firma del trattato Italia-Francia»

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Del Trattato del Quirinale, patto tra Italia e Francia firmato per rinsaldare la cooperazione internazionale firmato giovedì da Mario Draghi ed Emmanuel Macron, sono «chiare le enormi potenzialità» che possono essere «la scuola, gli scambi economici e il tema del futuro del traforo del Monte Bianco». Lo afferma Luciano Caveri, assessore regionale all'Istruzione, già deputato ed europarlamentare. Per Luciano Caveri è «essenziale il punto sulla cooperazione transfrontaliera», che prevede tra gli altri impegni per «le collettività frontaliere e gli organismi di cooperazione frontaliera» come la Valle d'Aosta. Sono previsti accordi «in materia di sanità e d'interventi di soccorso alle persone». Il Trattato prevede che Italia e Francia «si adoperano per lo sviluppo sempre più integrato di una rete di trasporti transfrontaliera ferroviaria, stradale e marittima» e che «favoriscano la formazione dei parlanti bilingue in italiano e in francese nelle regioni frontaliere, valorizzando in tal modo l'uso delle due lingue nella vita quotidiana». «Spunta poi l'Università, - prosegue Luciano Caveri - che deve dare un senso rafforzato alla francofonia del nostro ateneo: “le Parti si adoperano per avvicinare i loro sistemi d'istruzione superiore, con l'obiettivo in particolare di contribuire alla costruzione dello Spazio europeo dell'istruzione superiore. Esse s'impegnano a rafforzare la collaborazione universitaria, sviluppando il dialogo strutturato tra la conferenza dei rettori delle Università italiane e la Conferenza dei presidenti delle Università francesi"».

L'assessore regionale si toglie poi qualche sassolino dalla scarpa: «Per molto tempo ho sentito parlare del "Trattato del Quirinale", avendone notizie frammentarie. Il cammino era partito nel 2017 e si era fermato a causa del ruolo politico al Governo di pentastellati e leghisti, la cui posizione sull'Unione Europea era ben peggiore di quella di oggi e, visto che sono ancora al governo, sul Trattato sono stati zitti. Ora il ministro degli Esteri si è detto entusiasta con una vera faccia di bronzo, perché è lo stesso Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio, ministro e capo politico del Movimento 5 Stelle, che nel 2019 scrisse “Gilet gialli, non mollate!”, rivolgendosi ai più grandi nemici di Macron». Concludendo: «L'Italia esce dal buco nero degli anni passati e rafforza un asse strategico» reinserendo l'Italia nel nucleo forte dell'Ue «Da cui Roma ha rischiato di non fare più parte per certe stupidità e incapacità antieuropeiste».

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