Luciano Caveri: «Anche nella nostra regione si sperimenterà il diploma in quattro anni»

Luciano Caveri: «Anche nella nostra regione si sperimenterà il diploma in quattro anni»
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«Non a breve, ma stiamo lavorando per avere una scuola superiore di 4 anni». Lo spiega l'assessore regionale all'Istruzione Luciano Caveri, presentando il memento statistico della scuola valdostana lunedì scorso, 14 novembre, a Palazzo regionale.

«È in corso una riflessione con il Ministero, come sta avvenendo in altre regioni d'Italia» dice Luciano Caveri. Che aggiunge: «Il Ministero propone, e alcune regioni hanno già aderito, questa possibilità. Vogliamo immaginare che ci sia una scuola pubblica che possa proporre un percorso di questo tipo, con una sperimentazione che ci potrà riportare al livello europeo». L'Assessore conclude: «Già in Francia e nei Paesi anglofoni il percorso degli studi superiori dura quattro anni». L'ipotesi è che la sperimentazione, in alcuni istituti superiori, possa essere avviata nell'anno scolastico 2024-2025.

In un quadro complessivo di calo delle nascite e di diminuzione della popolazione scolastica, la scuola valdostana resiste con risultati superiori alla media nazionale nei test Invalsi, che però portano a un abbandono del percorso di studi molto alto, il più elevato dello stivale. Sono i principali risultati contenuti del memento statistico della scuola valdostana, presentato oggi pomeriggio al Palazzo regionale dall'assessore all'Istruzione, Luciano Caveri, e dalla sovrintendente agli Studi, Marina Fey. Che ha spiegato: «Abbiamo mediamente buoni risultati nelle prove standardizzate, che paradossalmente vedono percentuali elevate nell'abbandono del percorso di istruzione».

I giovani tra 18 e 24 anni che abbandonano prematuramente gli studi sono il 14,1 per cento del totale, con una marcata differenza tra il dato maschile (pari al 17,1 per cento) e quello femminile (del 10,9 per cento). Il dato complessivo è comunque superiore alla media italiana, pari al 12,7 per cento, e a quella del nord ovest, pari al 11,5 per cento; la Valle è il secondo territorio del nord Italia per abbandono scolastico dopo la Provincia autonoma di Bolzano, con il dato record del 12,9 per cento. Nelle prove Invalsi, gli studenti valdostani hanno ottenuto valutazioni medie più alte rispetto al resto d'Italia in italiano, matematica, inglese. Sono migliori della media anche le prove standardizzate per la lingua francese.

«Questi dati sono importanti per la ricerca e la programmazione» sostiene Marina Fey. I numeri del calo demografico sono impietosi: dal 2012 (con un picco nel 2014 perché era chiuso il punto nascite di Ivrea e molti parti sono stati fatti ad Aosta), le nascite in Valle d'Aosta sono in calo. Si è passati dai 1.119 nati nel 2014 ai 744 nel 2021. Il calo delle nascite ha portato a un calo di iscrizioni alla scuola materna pari al 16,3 per cento negli ultimi due anni; il calo è stato dell'11,3 per cento alle elementari. «Per questo bisogna lavorare per garantire un rapporto equo tra studenti e docenti» conclude la sovrintendente.

Luciano Caveri fa un ragionamento più complesso: «È chiaro che il calo delle nascite di questi anni si riverbererà negli altri gradi scolastici nei prossimi anni. Per questo è stata avviata una nuova programmazione dell'edilizia scolastica, con il progetto per le ex Magistrali di via Torino passato in giunta nelle scorse settimane e con quello del Manzetti approvato oggi». A cascata, bisognerà intervenire anche sugli organici del corpo docente e di quello non docente.

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