Luca Tonino unico candidato alla guida del Partito democratico valdostano «Il Governo regionale non si tocca, sta facendo bene in una fase delicata»

Luca Tonino unico candidato alla guida del Partito democratico valdostano «Il Governo regionale non si tocca, sta facendo bene in una fase delicata»
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Figlio di Alder Tonino ex consigliere regionale del Partito Comunista, Luca Tonino - presidente del consiglio comunale di Aosta - è l’unico candidato per la segreteria del Partito Democratico della Valle d’Aosta. Verrà eletto segretario regionale del Pd nel congresso in programma martedì 7 dicembre.

Come mai una sola candidatura?

«Il Pd della Valle d’Aosta ha attraversato una fase difficile, con un dibattito interno a volte lacerante, malato di personalismi e contrapposizioni. Sarebbe troppo semplice, e ingeneroso, scaricare le responsabilità sulla segretaria uscente Sara Timpano. Per contro alle elezioni abbiamo raccolto risultati incoraggianti ed emerge con sempre maggiore chiarezza la funzione e la centralità del Pd, sia a livello nazionale che locale, nel rappresentare la sinistra democratica di questo Paese. Credo sia questa consapevolezza ad aver indotto gli attivisti ed il gruppo dirigente del Pd-Valle d’Aosta ad aprire una fase nuova, con un solo candidato, che dovrà interpretare questo bisogno di unità e di rinnovata partecipazione».

Quale è la storia politica di Luca Tonino?

«Da circa 30 anni sono iscritto ai partiti della sinistra democratica che si sono avvicendati nel tempo. Per me la politica è innanzitutto passione e impegno civile. Ho sempre sentito il bisogno di un collettivo di persone che stanno insieme e si confrontano per cambiare le cose che non funzionano. Questo è, da sempre, il ruolo di una forza democratica della sinistra che tanta parte ha avuto nella sconfitta del fascismo e nella costruzione di un grande paese democratico».

La prima cosa che farà da segretario del Pd.

«Incontrerò i sindacati, le forze sociali ed economiche della regione. Una prima fase di ascolto è indispensabile».

Dopodichè?

«Per uscire da una fase complessa come quella che ha vissuto il Pd dobbiamo creare un clima in cui tutte le idee e le sensibilità anche diverse convivano.

Gli iscritti ad un partito come il Pd hanno in comune molto. Dobbiamo praticare quel molto, tornare a farlo per garantire un futuro al nostro partito e perché abbiamo il dovere di ben rappresentare il popolo che si riunisce nel centro sinistra. Lo dobbiamo fare ripartendo dai territori. I nostri sostenitori, i nostri iscritti e i nostri amministratori che frequentano il territorio sono per noi linfa vitale per consentire al partito di avere chiaro quali sono le questioni vere. Bisogna fare del rapporto con il territorio un’agorà quotidiana per tornare finalmente a frequentare la nostra gente».

Ha intenzione di cambiare la linea politica in Regione?

«No. Il Governo regionale sta facend o bene in una fase delicata. La pandemia picchia ancora duro. Serve stabilità e prospettiva. L’utilizzo in fase espansiva dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR richiede un impegno per l’intera legislatura».

Il Pd valdostano punterà come quello nazionale di Enrico Letta ad un sodalizio con i Cinque stelle anche qui in Valle d'Aosta?

«Da parte mia, siccome credo profondamente al progetto di un campo largo di forze riformiste e di sinistra, così come prefigurato dal segretario del Pd Enrico Letta, non solo non ci sarà nessuna chiusura, ma prederemo iniziative in tal senso.

Naturalmente il perimetro del cosiddetto “campo largo” non si ferma ai Cinque stelle, deve comprendere l’insieme delle forze e movimenti riformisti e di sinistra».

E ha intenzione di “ricucire” con le altre forze politiche valdostane?

«Se lei si riferisce alla rottura in Regione che ha visto l’uscita dalla maggioranza delle consigliere Chiara Minelli ed Erica Guichardaz e alla frattura in seno al Progetto Civico Progressista - che io valuto come un errore politico -, per quanto mi riguarda ho la ferma intenzione di continuare il confronto e l’attività all’interno di un ampio centro sinistra, fermo restando che il Pd non è un partito che si scioglie in un generico assemblearismo di sinistra ma ha una sua visione e contenuti programmatici condivisi con i suoi iscritti che vogliamo legittimamente difendere».

E’ opportuno che un segretario di partito sia anche Presidente del Consiglio comunale di Aosta?

«Non esiste alcuna norma di incompatibilità o anche solo di opportunità. Il Consiglio comunale è il luogo di confronto politico e programmatico sui grandi temi che interessano la città. Ciascun componente ha una appartenenza ad un partito o movimento politico.

Per quanto mi riguarda continuerò ad organizzare i lavori del Consiglio comunale come ho fatto finora, rispettando il regolamento ed il principio di pari opportunità per tutti i componenti dell’assemblea».

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