Louis Aymonod: Silicon Valley e ritorno passando per Milano e la Svizzera
La laurea allo IED, l’esperienza nella Silicon Valley negli Stati Uniti, poi Milano, la Svizzera, a Chiasso che raggiungeva da Como, e ancora Milano: Louis Aymonod non ha smesso di viaggiare, ma ha ugualmente scelto di riportare la sua base, la sua vita in Valle d’Aosta. Originario di Villeneuve, dove torna ancora per stare con la famiglia, abita ad Ollomont, che alterna a Milano, oggi il giovane designer ha 28 anni e le idee chiare sullo stile di vita che preferisce.
«Come sempre i puntini si riescono ad unire solo guardandosi indietro. Vale sempre, a qualsiasi età. - spiega Louis Aymonod - Le esperienze degli ultimi 6 anni, iniziate negli Stati Uniti in Silicon Valley, sono proseguite Milano, dove ho alternato un percorso in un acceleratore startup e l’insegnamento tesi allo IED, e poi in Svizzera in una azienda tech. Questo percorso mi ha aiutato, con i normali alti e bassi, a conoscermi e iniziare a capire la direzione più giusta per me, non solo nel lavoro ma come stile di vita. È un conoscersi facendo, non solo teorizzando, e trovare la forza di cambiare strade se serve. Questa “danza” di scoperta penso non finisca mai, va goduta, e avendo tutti una clessidra del tempo, penso ne valga la pena».
All’inizio del 2022 fonda Reveland, uno studio di industrial design e produzione video pubblicitari, basato su una rete di professionisti che lavorano principalmente da remoto ma non solo.
«Riesco a lavorare e vivere senza vincoli di presenza fisica - aggiunge Louis Aymonod - e, dopo essere stato per periodi più o meno lunghi in giro, ho sentito il desiderio di fare più spesso tappa in Valle d'Aosta, alternando Milano, dove trascorro comunque buona parte del tempo, e la valle dove sono cresciuto. Volevo ritrovare la bellezza di vivere in un contesto più lento che amo, la montagna, respirare aria buona, fare sport con i miei fratelli».
Gli altri due fratelli gemelli sono Henri, atleta skyrunner, e André, architetto che applica le nuove tecnologie di progettazione al legno.
«Volevo continuare a godere la vista delle catene innevate - continua Louis Aymonod - e il silenzio che qui ha quasi una sua sacralità. E chi è cresciuto in Valle d’Aosta, sa che questo è uno dei luoghi più belli dove fare sport outdoor, non a caso la passione della maggior parte dei valdostani».
Così, si è portato a casa anche il suo progetto lavorativo. «Anche come Reveland ci siamo focalizzati sul fare consulenza creativa soprattutto a brand legati al mondo dello sport outdoor, come Vibram, Woolrich, Oakley, Cinelli, Moncler. Inoltre da un anno siamo entrati nel magico mondo della musica e creiamo i visuals dei live. I progetti più recenti sono stati per il tour di Tedua “La Divina Commedia”, che ha toccato le principali città italiane, ottenendo il triplo disco di platino, ospite a Saremo ‘24, e i visual per Afterlife Tulum del duo Tale of Us in sud America, festival di musica elettronica tra i più importanti al mondo. In parallelo abbiamo attive collaborazioni con brand del mondo food and beverage come Kimbo e Almo Nature, e del mondo tech, che è un po' il mondo da cui provengo, pensando anche all'esperienza con Lenovo. L’anno scorso abbiamo stretto, sempre come Reveland, una partnership con un brand svizzero per una campagna di crowdfunding su Kickstarter che ha raccolto oltre mezzo milione di euro, e proprio sulla progettazione di un device elettronico, abbiamo ricevuto il Good Design Award, uno dei premi di design industriale più importanti, assegnato dal Chicago Athenaeum e promosso dall'European Centre for Architecture Art Design».
I progetti nascono grazie al contributo di collaboratori da tutte le parti del mondo. «Il punto non è vivere da eremiti o spostarci tutti a vivere in montagna - conclude Louis Aymonod - ma bilanciare la permanenza in città e natura. La città offre stimoli interessanti, soprattutto a livello di “risorse umane”, a Milano ho stretto le relazioni più forti e tuttora la maggioranza dei rapporti di amici e lavoro sono lì. La vita in montagna - e in generale in luoghi immersi in contesti naturali - invece offre un contatto più forte con la natura, matura la consapevolezza che siamo solo una delle tante specie viventi e quindi il rispetto verso la bellezza che ci circonda».