Locazioni brevi, Roma si muove: arriva la banca dati E la Valle d’Aosta? «Tanti piccoli interessi contrapposti»
Si aggiunge un ulteriore tassello nella lotta contro le irregolarità nel mercato degli affitti brevi. Con il via libera da parte del governo centrale alla banca dati delle strutture ricettive e l’inserimento di locatori, albergatori e B&B, si prova a contrastare l’evasione nel settore turistico. La novità sarà dirompente soprattutto per il segmento extra-alberghiero delle locazioni brevi, che spesso sfugge alle statistiche e ai controlli, e la cui crescita è esponenziale. La normativa nazionale in questo caso è stata più veloce di quella regionale. Nei prossimi mesi infatti nascerà la piattaforma che raccoglierà le informazioni relative a tutte le strutture ricettive e agli alloggi concessi in affitto breve sul territorio nazionale. A ciascuno verrà attribuito un codice alfanumerico, che lo identificherà negli annunci e che dovrà utilizzare in ogni comunicazione inerente all’offerta e alla promozione dei servizi presso l’utenza, pena una sanzione da 500 a 5.000 euro. Anche gli annunci di affitti brevi pubblicati online dovranno avere il codice identificativo ed essere iscritti nella banca dati. In caso di violazioni reiterate, la multa raddoppierà, da 1.000 a 10 mila euro. Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha firmato il decreto ministeriale che disciplina la nascita di questa piattaforma, che servirà a mappare gli immobili destinati agli affitti brevi. La misura era prevista già dal decreto legge numero 34 del 30 aprile 2019.
Sul fronte regionale, Filippo Gérard, presidente di Adava l’associazione che raduna gli operatori della ricettività turistica della nostra regione, auspica una norma nazionale unica, che sia applicata anche in Valle d’Aosta, «Visto che a livello locale si era tentato più volte di legiferare senza riuscirci. Questo censimento renderebbe più trasparente il settore delle locazioni turistiche. Se la norma verrà approvata in ambito nazionale, sarà solo da recepire e adattare, e le resistenze emerse in Regione, per la presenza di tanti piccoli interessi contrapposti, troveranno un terreno meno fertile. Non possiamo contrastare una tendenza emersa globalmente, però siamo contrari all’abusivismo. Riteniamo che il censimento sia di fondamentale importanza. Questa offerta turistica deve integrarsi con il circuito alberghiero se vuole diventare un punto di forza della strategia turistica. Avremmo una situazione più chiara anche sulle presenze ai fini Istat. Gli affitti brevi, come si configurano adesso, sfuggono a un controllo statistico e in più non sono gravati dalla tassa di soggiorno, che al momento viene pagata solo dalle strutture classiche. Questo problema è reale ed è emerso anche a livello nazionale. Lo Stato ha elaborato una proposta che sta andando in una buona direzione. Il ministro Garavaglia ha preso un impegno concreto. Sono convinto che entro la stagione invernale avremo la nuova normativa. Se venissero tassati i posti letto in località turisticamente importanti, si raddoppierebbe il gettito e la località potrebbe disporre di più risorse a favore, per esempio, dei trasporti pubblici o dei mercatini di Natale».
«Esiste la norma ma l’applicabilità al momento è incompleta. - dice dal canto suo l’assessore regionale al Turismo Jean-Pierre Guichardaz - Il nostro obiettivo è accelerare l’applicabilità e renderla più attinente alle nostre peculiarità territoriali. La norma regionale è ricompresa nel programma di legislatura, è stata inviata all’ufficio legislativo, che deve dare un parere; poi ci sarà il passaggio politico. La regolamentazione permetterebbe un censimento delle presenze turistiche anche ai fini Istat. Il che consentirebbe, per esempio, alla Regione di accedere a un fondo montagna più cospicuo - quest’anno abbiamo ottenuto 29 milioni di euro, da distribuire agli operatori commerciali - e alle attività di richiedere i ristori, ai quali, se non identificabili, non hanno diritto. Anche ai fini del versamento dell’imposta di soggiorno ci sta a cuore che le locazioni brevi siano censite; questo produrrebbe introiti a favore dei Comuni e del sistema di promozione istituzionale».
Tornando al provvedimento «romano», in definitiva il censimento in una banca dati nazionale di tutte le strutture ricettive e degli immobili concessi in locazione per meno di 30 giorni rappresenterà una semplificazione dell’azione degli operatori oggi alle prese con le differenti normative sul territorio. Avendo già ottenuto il parere favorevole del Garante per la privacy, nei prossimi mesi sarà indetta una procedura pubblica per affidare la realizzazione della piattaforma. E’ previsto inoltre un protocollo d’intesa tra Stato, Regioni e Province Autonome, che provveda a specificare in modo omogeneo a livello nazionale criteri e parametri tecnici per definire le macro-tipologie della ricettività extra-alberghiera.