Lo tsunami Coronavirus sulla sanità valdostana Impatto economico da oltre 18 milioni di euro

Lo tsunami Coronavirus sulla sanità valdostana Impatto economico da oltre 18 milioni di euro
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«È stato un anno particolarmente difficile, in cui abbiamo dovuto affrontare uno tsunami che ha investito non solo noi ma l’intera nazione». Così ha descritto il 2020 il commissario dell’Usl Angelo Pescarmona durante la conferenza stampa che si è tenuta mercoledì scorso, 30 dicembre.

Le cifre parlano da sole: l’impatto economico del Covid-19 sulla spesa corrente dell’Usl ammonta a 18 milioni 375mila euro. Un dato che assomma i farmaci ospedalieri per l’emergenza (600mila euro), la campagna vaccinale antinfluenzale specifica (150mila euro), l’acquisto di dispositivi medici come materiale monouso di vestizione e guanti in nitrile (1 milione di euro) e dei dispositivi di protezione Individuale (2 milioni 600mila euro). Ci sono poi i costi per l’esecuzione dell’analisi dei tamponi e dei test rapidi (1 milioni 965mila euro), per acquistare servizi da privati, ovvero l’utilizzo di strutture private accreditate di degenza (1 milione), per i canoni di noleggio di attrezzature sanitarie (400mila euro) per l’attivazione delle squadre Usca (300mila euro), e poi naturalmente per il personale, quindi con l’attivazione di contratti libero professionali e in regime di somministrazione, istituti incentivanti, indennità specifiche (9 milioni 535mila); altri costi sono stati sostenuti per servizi vari come pulizia e lavanderia (825mila euro) e per interventi di manutenzione ordinaria sul presidio ospedaliero (200mila euro).

Il tutto, a fronte di maggiori investimenti per 3 milioni 472mila euro e di una riduzione di 3 milioni nelle entrate correnti, dovuta alla minor compartecipazione alla spesa derivante da riduzione dell’attività, quindi i “ticket”.

L’emergenza ha fatto però emergere la grande generosità della popolazione. La mole delle donazioni è stata pari a 1 milione 700mila 963 euro; di questi, 241.858 euro sono quelle derivanti dai privati, 1 milione 185.884 euro da società private, 106.246 euro da pubbliche amministrazioni e 166.973 euro da donazioni attraverso la Piattaforma Gofundme (quindi ancora da privati e società private).

«La nostra area ha avuto un aggravio di lavoro pesantissimo. - ha detto il direttore amministrativo Marco Ottonello - Dalla carenza iniziale dei dispositivi di protezione individuale, che abbiamo poi garantito a tutti anche grazie alle donazioni, al potenziamento del Laboratorio analisi per avere un numero di screening di un certo livello. La spesa per il personale ha avuto un incremento importantissimo. Metà delle risorse sono frutto di incentivi, e abbiamo fatto un Piano straordinario attraverso un accordo importante con i sindacati (si veda altro articolo in basso) e la collaborazione piena di tutti gli operatori medici». «Abbiamo aperto 14 concorsi ordinari e assunto 51 persone come liberi professionisti e 59 somministratori in questo periodo. - ha proseguito Marco Ottonello - Una forza lavoro che ci ha permesso di attivare tamponi, screening, nuove strutture come Variney, trasformare il J.B. Festaz in una struttura per positivi, così come l’Isav di Saint-Pierre».

«Attualmente non siamo in una fase di discesa dei contagi ma di stasi, - ha chiarito il commissario Angelo Pescarmona - in cui la curva fatica a diminuire ulteriormente».

Tutta l’attività ospedaliera nel 2020 è stata sconvolta dalla tempesta Coronavirus. «La situazione - ha sottolineato il coordinatore dell’emergenza Luca Montagnani - ha avuto un grosso impatto sul Pronto soccorso. La riduzione nelle 2 fasi per gli accessi ordinari è stata di circa il 60/70 per cento. Sono praticamente spariti i codici bianchi, mentre a luglio e ad agosto, con l’attività tornata alla normalità, gli accessi totali sono paragonabili all’era pre-Covid».

«Da giugno a settembre - ha continuato Luca Montagnani - è stata recuperata parte degli interventi programmati ma non tutti. Questo è uno dei motivi più per cui contenere al massimo l’epidemia. Sentiamo tutti il bisogno di una ripresa sociale ed economica ma anche di un’attività sanitaria normale per garantire la salute a tutti i valdostani».

«I ricoveri ordinari sono crollati nel periodo Covid, le prestazioni che si potevano rinviare sono state rinviate. - ha spiegato Chiara Galotto, direttrice del presidio ospedaliero - Abbiamo compresso le attività programmate e quelle non urgenti, le sale operatorie hanno lavorato a ritmo ridotto. Complessivamente 55 pazienti sono transitati nel reparto di Rianimazione. Le giornate di degenza in tutto sono state 7.400, comprese quelle all’Isav, di cui 740 in Rianimazione. È un numero molto importante, con nessuna altra patologia acuta il 10 per cento finisce in Terapia intensiva, per fortuna».

«Il “contact tracing” è stato un esperimento. - ha precisato il direttore sanitario Maurizio Castelli - Siamo partiti in pochissimi ed ora 40 persone lavorano per tracciare le persone malate e i contatti stretti, per monitorarle e limitare gli accessi in ospedale».

Angelo Pescarmona ha infine rivendicato il buon funzionamento delle Usca, le squadre specializzate sul territorio. «La norma ne prevede una ogni 50mila abitanti:- ha concluso il commissario - noi ne abbiamo una ogni 25mila, il doppio rispetto allo standard nazionale».

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