Lo strano inverno con pochi casi di influenza “Più vaccinati. E il picco deve ancora arrivare”

Lo strano inverno con pochi casi di influenza “Più vaccinati. E il picco deve ancora arrivare”
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«Si parla solo di Covid! E le altre malattie dove sono finite?». E’ questa una delle classiche argomentazioni che si leggono sui social network da parte di chi mette in dubbio - il più delle volte senza alcuna competenza - le informazioni fornite da enti scientifici e organi di informazione. Eppure un fondo di verità c’è. Almeno nel caso dell’influenza, la cui diffusione pare in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti.

«I casi di influenza al momento sono inferiori a quelli del 2019-2020. - conferma la dottoressa Marina Verardo, direttore della struttura complessa di Igiene e Sanità pubblica dell’Usl della Valle d’Aosta - L'incidenza nazionale delle sindromi simil-influenzali al momento è bassa, con una soglia pari a 1,5 casi ogni 1.000 assistiti. Nella scorsa stagione 2019-2020, nella stessa settimana, la 52esima dell’anno, era invece di 3,9 casi ogni 1.000 assistiti. La maggiore incidenza si registra nella fascia di età compresa tra gli zero e i 4 anni, con 3,03 casi per 1.000».

Insomma, in Italia in questo momento ci sono meno della metà dei malati di influenza rispetto a 12 mesi fa.

Come spesso accade, però, il motivo non è uno solo. La prima motivazione è ovvia: indossiamo tutti mascherine ed evitiamo (anzi, siamo costretti a farlo) occasioni di contatto con gli altri. Restrizioni che frenano il diffondersi non solo del virus responsabile del Covid-19 ma pure di quello dell’influenza.

La seconda motivazione è riferita ai vaccini. Per favorire la diagnosi differenziale tra classica influenza e Coronavirus, quest’anno si è promossa in modo più massiccio la somministrazione del vaccino antinfluenzale. Al netto di alcune difficoltà, in Valle d’Aosta i risultati si sono comunque visti: attualmente risultano vaccinati contro l’influenza stagionale 25mila valdostani, un dato che potrà essere rivisto al rialzo in quanto sono state distribuite complessivamente 30mila dosi. «Si attende un ulteriore incremento di vaccinati quando tutti i medici avranno terminato la campagna e registrato le dosi somministrate» precisa infatti la dottoressa Marina Verardo. Lo scorso anno i soggetti vaccinati erano stati in tutto 17mila, quindi con una crescita già quantificabile del 44 per cento.

Attenzione però, e siamo alla terza motivazione: se di solito il picco dell’influenza viene a coincidere con le festività di fine anno, questa volta è leggermente in ritardo. Cioè: il peggio deve ancora arrivare. «Il picco dei contagi non è stato raggiunto. - chiarisce la dottoressa Marina Verardo - Siamo in una fase di lenta salita. In particolare in Valle d'Aosta sono stati registrati casi in aumento nella fascia compresa tra gli zero e i 3 anni: nella 52esima settimana del 2020 l'incidenza è stata di 4,65 casi ogni 1.000 assistiti in tale fascia di età».

Infine, il basso numero di casi rilevati di influenza potrebbe essere pure legato a un problema meramente pratico, probabilmente collegato alla situazione di stress a cui è sottoposto l’intero sistema sanitario in questo periodo di pandemia. «La bassa incidenza osservata in alcune regioni è fortemente condizionata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato, al momento, i loro dati; la Valle d’Aosta risente a sua volta dei piccoli numeri» rileva Marina Verardo.

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